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 "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 11:07

Carissimi,

Nonostante i miei impegni, non intendo rinunciare al nostro appuntamento settimanale con il "Salotto di Urania".

Un appuntamento culturale nel quale espongo alcune considerazioni, il più delle volte personali e che, in prima lettura, possono apparire distanti con le tematiche o gli argomenti connessi alla scienza di Urania.

Invece, ad una lettura più attenta del testo, vi accorgerete che esiste un nesso filologico e culturale tra le mie considerazioni e l'Astronomia.

Allora giustamente vi domanderete: perchè Antonio ricorre ha questo vorticoso giro di parole quando invece può esporre gli argomenti o le considerazioni in modo più lineare e sintatticamente più comprensibile?

La risposta a tale quesito è da un verso semplice, dall'altro complessa in quanto la Cultura sia essa scientifica che umanistica, talvolta richiedono approfondimenti che, a loro volta, hanno bisogno di essere supportati sia dalle scienze esatte che da quelle letterarie e talvolta teolgiche.

In parole semplici quando scrivo questa rubrica faccio appello alla mia cultura ed al mio archivio dell'intimo albero della vita.

Certamente il "vissuto" conta, come conta anche il proprio bagaglio culturale che ognuno di noi si trasporta per tutta la vita arricchendolo di giorno in giorno.

E' ovvio quindi che una persona di media cultura e di media età anagrafica si presume che debba possedere un discreto bagaglio culturale sia scientifico che umanistico, soprattutto da parte di coloro che si dilettano ad ammirare e studiare gli astri.

Perchè ho fatto questo distinguo tra chi osserva gli astri da chi non li osserva?

Aquesta domanda si può rispondere in tanti modi:il più scontato è quello di dire che l'Astronomia richiede l'approfondimento della geografia astronomica, di elementi di matematica, di fisica, di geologia, di meccanica è così via dicendo fino alla storia della Scienza.

Ed eccoci al punto dove volevo giungere: la Storia della Scienza e della Astronomia.

Domanda: possiamo fare a meno di esse per comprendere l'arcano motore celeste che fà muovere gli astri?

Alcuni potrebbero rispondere affermativamente, mentre altri potrebbero invece rispondere negativamente.

Chi a ragione e chi a torto?

Ambedue, potreste rispndere, tanto per tagliare la testa al toro senza far torto a nessuno.

Invece, se analizzate il quesito in profondità, vi accorgerete che esiste un'unica risposta, ovvero che non si può disgiungere la conoscenza storica e filosofica della Scienza e del pensiero umano se si desidera "capire" ciò che ci appare nel cielo stellato.

Infatti, l'Astronomia non è un hobby così praticato come altri hobby tra i quali naturalmente primeggia il gioco del calcio.

Come spesso scrivo la nostra musa Urania si comporta da vero despota nei nostri confronti: ci richiede grandi sacrifici, non solo economici, ma anche culturali se desideriamo accedere al tempio della sua conoscenza.

L'Astroonmia racchiude in essa tutta la Storia del pensiero umano sia esso scientifico, umanistico, filosofico e teologico.

Non c'è argomento che in qualche misura non ricada tra le sue braccia in quanto l'essere umano ha sempre volto il suoagrado ed il suo pensiero verso il Cielo, mai verso terra.

Un affettuoso abbraccio, lasciandovi la parola

antonio

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Serafino 
Data:   12-04-03 11:43

sono ben felice di "esser costretto" ad imparare nozioni di meccanica, fisica, ecc. ecc. sono cose che rimangono e che mi arrichiscono.
trovo un po' + difficoltà nell'apprendere nozioni di carattere umanistico collegate ad Urania, ma sono felice che tu ci sappia indottrinare con tannta maestria con i tuoi "Salotti".
purtroppo tutte queste non sono nozioni che fanno parte della cosiddetta gente comune. è un vero dispiacere :-(
il giorno che ho compreso veramente di vivere su una palla tonda di roccia la quale gira intorno ad una "candela di fuoco nucleare" ho provato una strana sensazione, un po' inquitante ed un po' grandiosa. una sensazione di piccolezza di fronte alla magnificenza dell'universo, molto simile a ciò che provai durante l'eclisse del '99.
venerdì sera siamo andati in montagna. il cielo era bellissimo (l'unica schirita dopo settimane di pioggia e brutto tempo). dopo una bella polentata siamo usciti fuori x ammirare la volta celeste. avrò visto il cielo tante volte, ma, raga, quanto è bello ogni volta veder quello sfavillio di luci che sembrano tutte incastonate nel velluto nero?
un'emozione ogni volta. sembra di poterle toccare con mano.
l'aria era secca, tersa (a parte un paio di momenti in cui s'è rannuvolato). il terreno era ricoperto di neve. la volpe cercava del cibo. le stelle non si contavano. che spettacolo la natura!!
alla prossima. ciao

serafino

In fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza, che essere già arrivati-S. Hawking
http://info.supereva.it/serafix3/Index.html?p

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Marco(StarEnd) 
Data:   12-04-03 12:58

C'è qualcosa di troppo grande nelll'essenza dell'universo stesso... quando osservo la volta stellata mi piange il cuore, è quello l'unico momento nel quale sento davvero di essere vivo sul serio.. il resto è come un sogno.

Ma c'è sempre qualcosa che mi sfugge, è come se la "luce" fosse così accecante da non poterla osservare (traduci: comprendere) direttamente.. è come sentire sulla pelle il calore dato dalla vicinanza di un ferro rovente, ma non poterlo osservare direttamente.

L'universo è il più bello spettacolo che possa esistere, ma è così estremamente "intenso" che non ci riesce di "comprenderlo" appieno.. anche questo fa parte della contemplazione.

Scusate se sono andato off-topic ma mi sono lasciato prendere dalle parole di Serafino...

Saluti, Marco

| My web site: Astrolab
"Nascentes morimur, finisque ab origine pendet" - Nascendo moriamo, e la fine dipende dall'inizio - Manilius

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 14:08

Caro Serafino e soci del Forum,

Desidero dedicarvi una piccola appendice culturale al nostro "Salotto di Urania", spero che il racconto vi piaccia.

Prima di narrarvi ciò che stò per scrivervi, devo fare una piccola premessa che in termine letterario si chiama "incipit".

In questi giorni che predono il natale stò leggendo il libro che ha scritto il Cardinal Martini: "Verso Gerusalemme" .

Nel libro l'autore traccia con vivacità di espressione e di linguaggio, un punto del suo intimo albero della vita, ovvero del proprio vissuto sia come arcivescovo di Milano, che come biblista e studioso della cultura ebraica.

Naturalmente, il filo conduttore del libro conduce il lettore per le storiche viuzze della bilbica ed evangelica città di Gerusalemme: luogo d'incontro della cultura ebraica, cristiana e mussulmana.

Gerusalemme, infatti, rappresenta per l'immaginario collettivo l'Alfa e l'Omega dell'umanità, in cui il passato s'intreccia con il presente proiettandoci in un futuro che dipende solo dalla saggiezza dell'uomo.

Ma non è di questo che intendo parlare, bensì del fatto che tutto ruota idealmente in Terra Santa, anche l'Astronomia!

Infatti, la scienza di Urania o per meglio precisare la cosmogonia si ritrova abbondantemente sia nella Bibbia che in alcuni importanti testi e tradizioni del popolo ebraico.

A riguardo, parlando di Cultura, desidero narrarvi il significato di una delle più importanti festività ebraiche che, come dicevo, si richiama anche alla scienza dei cieli!

Parlo della "Festa delle Luci", che gli ebrei chiamano "Hannukàn".

Questa festa rappresenta il Natale del popolo ebraico è si festeggia intorno al 15 dicembre di ogni anno, come facciamo noi cristiani con il Santo Natale.

Perchè l'Hannukàn si chiama "Festa delle Luci" ?

Innanzitutto perchè l'Oriente è il paese ove sorge la Luce, ossia il Sole!

A riguardo devo narrarvi una storica tradizione che tutt'ora viene osservata in Terra Santa.

Dovete sapere che a Gerusalemme il Sole sorge molto presto e pertanto quando la "eterna lucerna" si erge maestosa e raggiante sopra la Città Santa, che gli arabi chiamano "Al Quds", il popolo dice che Dio ha dato inizio ad un nuovo giorno!

Infatti in Terra Santa c'è l'antica tradizione sia per gli ebrei che per gli arabi, di salutarsi in questo modo: "Ti auguro un giorno buono" e si risponde all'augurio: "Ti auguro un giorno di Luce!"

Un'altra leggenda narra che anche Gesù amava salutare la gente in questo modo, forse anch'egli era un astrofilo come noi!

Certo, con un Padre come il suo non credo che abbia problemi d'inquinamento luminoso per osservare il Creato!

Ma proseguiamo con il racconto senza indugiare oltre del dovuto.

Ritornando alla nostra " Festa delle Luci" c'è da dire che la sua origine si richiama appunto alla luce del Sole la quale si richiama simbolicamente alla Luce divina che l'Onnipossente manda ogni giorno sulla terra.

Il Sole, infatti, secondo la Bibbia, è lo stesso astro lucente della Creazione dell'Eden e quindi dell'uomo.

Ergo, la Luce costituisce l'elemento fondamentale che si ritrova sia in tutta la rivelazione bilblica che nei testi ebraici del Talmud.

"Dio è luce ed in lui non ci sono le tenebre!"

Ed ancora: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" - così si espresse Gesù secondo la narrazione dei Vangeli-

Pertanto, tra i simboli biblici e quindi ebraici, troviamo il noto "candelabro a sette braccii", fatto per ordine di Dio secondo il modello che Mosè aveva visto sul biblico Monte Sinai.

In particolare il candelabro a sette bracci si chiama "Menorah" è storicamente occupava nel Tempio ove era risposta l'Arca dell'Allenza, il posto accanto alla Torah,ossia alla bibbia ebraica.

A cosa serviva la Menorah accanto alla Torah?

Ad illuminare la Torah, ossia la parola di Dio in quanto Egli avrebbe ordinato che una lampada bruci presso il tabernacolo allo scopo di riflettere la sua luce.

Infatti, secondo gli ebrei ed i cristiani, la Torah è la luce dell'umanità, come Dio è la luce dell'Universo.

Pertanto la Menorah rappresenta la stilizzazione dell'albero della vita ove la luce ha preso il posto dei frutti.

L'albero infatti racchiude fin da tempi più remoti un profondo significato religioso: l'incarnazione della divinità, ossia il mito dell'albero cosmico della vita.

In altri termini la Menorah rappresenta dunque un' emanazione dell'albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno per gli ebrei l'albero della Luce!

Misticamente la Menorah è l'albero che conduce gli uomini verso la Luce e la Luce verso gli uomini ed è per mezzo di questa Luce, che scorre come un torrente, Dio è presente ovunque!

Anche nelle nostre Chiese cattoliche accanto al Tabernacolo troviamo una lampada sempre accesa , in cui non c'è il rotolo della Torah , ma la parola di Dio fatta carne, ossia l'Eucarestia.

Tornando nuovamente al nostro candelabro a sette bracci in esso c'è anche il simbolo della creazione dell'Universo che, secondo la Genesi è avvenuto in sette giorni.

In particolare i sette bracci dell'Menorah rappresentano i sette cieli inondati dalla luce di Dio, mentre la luce centrale rappresenterebbe il sabato, giorno di riposo per gli ebrei.

La cifra sette, inoltre, riveste un'importanza particolare per la mistica ebraica in quanto significa la perfezione: Sette sono gli occhi di Dio che scrutano il mondo; nell' Apocalisse Giovanni vede l'agnello come immolato, con sette coma, ossia il simbolo della potenza di Dio, ed i sette occhi, simbolo della conoscenza di Cristo.

Oltre a tutti questi significati mistico-religiosi la Menorah racchiude anche un simbolo astronomico, ovvero il Sistema Planetario: il Cielo con il Sole al centro ed i pianeti da ambo le parti (Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere e Luna).

I pianeti infatti, come le sette lampade del candelabro, ricevono la luce dal Sole, ossia la luce celeste che è eterna!

Ecco quindi spiegatovi il profondo significato della Festa delle Luci che viene misticamente rapprsentato dal candelabro a sette bracci che gli ebrei chiamano "Menorah".

In conclusione, volendo reinterpretare misticamente questa importante festività religiosa ebraica, potrei azzardare a definirla come la Festa della Creazione" in cui l'umanità ed il nostro Sistema Planetario vengono costantemente illuminati dalla sapienza e dalla presenza dell'Altissimo.

Un grande saluto
a tutti voi

Antonio


Quest'anno mi recherò al ghetto ebraico di Roma per acquistare un candelabro a sette braccia che porrò acceso al centro tavola il giorno di Natale per ricordarmi come la luce divina giunge a noi attraverso il Sole che a sua volta illumina i pianeti e con essi tutto il Creato.

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 14:09

Caro Serafino e soci del Forum,

Desidero dedicarvi una piccola appendice culturale al nostro "Salotto di Urania", spero che il racconto vi piaccia.

Prima di narrarvi ciò che stò per scrivervi, devo fare una piccola premessa che in termine letterario si chiama "incipit".

In questi giorni che predono il natale stò leggendo il libro che ha scritto il Cardinal Martini: "Verso Gerusalemme" .

Nel libro l'autore traccia con vivacità di espressione e di linguaggio, un punto del suo intimo albero della vita, ovvero del proprio vissuto sia come arcivescovo di Milano, che come biblista e studioso della cultura ebraica.

Naturalmente, il filo conduttore del libro conduce il lettore per le storiche viuzze della bilbica ed evangelica città di Gerusalemme: luogo d'incontro della cultura ebraica, cristiana e mussulmana.

Gerusalemme, infatti, rappresenta per l'immaginario collettivo l'Alfa e l'Omega dell'umanità, in cui il passato s'intreccia con il presente proiettandoci in un futuro che dipende solo dalla saggiezza dell'uomo.

Ma non è di questo che intendo parlare, bensì del fatto che tutto ruota idealmente in Terra Santa, anche l'Astronomia!

Infatti, la scienza di Urania o per meglio precisare la cosmogonia si ritrova abbondantemente sia nella Bibbia che in alcuni importanti testi e tradizioni del popolo ebraico.

A riguardo, parlando di Cultura, desidero narrarvi il significato di una delle più importanti festività ebraiche che, come dicevo, si richiama anche alla scienza dei cieli!

Parlo della "Festa delle Luci", che gli ebrei chiamano "Hannukàn".

Questa festa rappresenta il Natale del popolo ebraico è si festeggia intorno al 15 dicembre di ogni anno, come facciamo noi cristiani con il Santo Natale.

Perchè l'Hannukàn si chiama "Festa delle Luci" ?

Innanzitutto perchè l'Oriente è il paese ove sorge la Luce, ossia il Sole!

A riguardo devo narrarvi una storica tradizione che tutt'ora viene osservata in Terra Santa.

Dovete sapere che a Gerusalemme il Sole sorge molto presto e pertanto quando la "eterna lucerna" si erge maestosa e raggiante sopra la Città Santa, che gli arabi chiamano "Al Quds", il popolo dice che Dio ha dato inizio ad un nuovo giorno!

Infatti in Terra Santa c'è l'antica tradizione sia per gli ebrei che per gli arabi, di salutarsi in questo modo: "Ti auguro un giorno buono" e si risponde all'augurio: "Ti auguro un giorno di Luce!"

Un'altra leggenda narra che anche Gesù amava salutare la gente in questo modo, forse anch'egli era un astrofilo come noi!

Certo, con un Padre come il suo non credo che abbia problemi d'inquinamento luminoso per osservare il Creato!

Ma proseguiamo con il racconto senza indugiare oltre del dovuto.

Ritornando alla nostra " Festa delle Luci" c'è da dire che la sua origine si richiama appunto alla luce del Sole la quale si richiama simbolicamente alla Luce divina che l'Onnipossente manda ogni giorno sulla terra.

Il Sole, infatti, secondo la Bibbia, è lo stesso astro lucente della Creazione dell'Eden e quindi dell'uomo.

Ergo, la Luce costituisce l'elemento fondamentale che si ritrova sia in tutta la rivelazione bilblica che nei testi ebraici del Talmud.

"Dio è luce ed in lui non ci sono le tenebre!"

Ed ancora: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" - così si espresse Gesù secondo la narrazione dei Vangeli-

Pertanto, tra i simboli biblici e quindi ebraici, troviamo il noto "candelabro a sette braccii", fatto per ordine di Dio secondo il modello che Mosè aveva visto sul biblico Monte Sinai.

In particolare il candelabro a sette bracci si chiama "Menorah" è storicamente occupava nel Tempio ove era risposta l'Arca dell'Allenza, il posto accanto alla Torah,ossia alla bibbia ebraica.

A cosa serviva la Menorah accanto alla Torah?

Ad illuminare la Torah, ossia la parola di Dio in quanto Egli avrebbe ordinato che una lampada bruci presso il tabernacolo allo scopo di riflettere la sua luce.

Infatti, secondo gli ebrei ed i cristiani, la Torah è la luce dell'umanità, come Dio è la luce dell'Universo.

Pertanto la Menorah rappresenta la stilizzazione dell'albero della vita ove la luce ha preso il posto dei frutti.

L'albero infatti racchiude fin da tempi più remoti un profondo significato religioso: l'incarnazione della divinità, ossia il mito dell'albero cosmico della vita.

In altri termini la Menorah rappresenta dunque un' emanazione dell'albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno per gli ebrei l'albero della Luce!

Misticamente la Menorah è l'albero che conduce gli uomini verso la Luce e la Luce verso gli uomini ed è per mezzo di questa Luce, che scorre come un torrente, Dio è presente ovunque!

Anche nelle nostre Chiese cattoliche accanto al Tabernacolo troviamo una lampada sempre accesa , in cui non c'è il rotolo della Torah , ma la parola di Dio fatta carne, ossia l'Eucarestia.

Tornando nuovamente al nostro candelabro a sette bracci in esso c'è anche il simbolo della creazione dell'Universo che, secondo la Genesi è avvenuto in sette giorni.

In particolare i sette bracci dell'Menorah rappresentano i sette cieli inondati dalla luce di Dio, mentre la luce centrale rappresenterebbe il sabato, giorno di riposo per gli ebrei.

La cifra sette, inoltre, riveste un'importanza particolare per la mistica ebraica in quanto significa la perfezione: Sette sono gli occhi di Dio che scrutano il mondo; nell' Apocalisse Giovanni vede l'agnello come immolato, con sette coma, ossia il simbolo della potenza di Dio, ed i sette occhi, simbolo della conoscenza di Cristo.

Oltre a tutti questi significati mistico-religiosi la Menorah racchiude anche un simbolo astronomico, ovvero il Sistema Planetario: il Cielo con il Sole al centro ed i pianeti da ambo le parti (Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere e Luna).

I pianeti infatti, come le sette lampade del candelabro, ricevono la luce dal Sole, ossia la luce celeste che è eterna!

Ecco quindi spiegatovi il profondo significato della Festa delle Luci che viene misticamente rapprsentato dal candelabro a sette bracci che gli ebrei chiamano "Menorah".

In conclusione, volendo reinterpretare misticamente questa importante festività religiosa ebraica, potrei azzardare a definirla come la Festa della Creazione" in cui l'umanità ed il nostro Sistema Planetario vengono costantemente illuminati dalla sapienza e dalla presenza dell'Altissimo.

Un grande saluto
a tutti voi

Antonio


Quest'anno mi recherò al ghetto ebraico di Roma per acquistare un candelabro a sette braccia che porrò acceso al centro tavola il giorno di Natale per ricordarmi come la luce divina giunge a noi attraverso il Sole che a sua volta illumina i pianeti e con essi tutto il Creato.

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 14:09

Caro Serafino e soci del Forum,

Desidero dedicarvi una piccola appendice culturale al nostro "Salotto di Urania", spero che il racconto vi piaccia.

Prima di narrarvi ciò che stò per scrivervi, devo fare una piccola premessa che in termine letterario si chiama "incipit".

In questi giorni che predono il natale stò leggendo il libro che ha scritto il Cardinal Martini: "Verso Gerusalemme" .

Nel libro l'autore traccia con vivacità di espressione e di linguaggio, un punto del suo intimo albero della vita, ovvero del proprio vissuto sia come arcivescovo di Milano, che come biblista e studioso della cultura ebraica.

Naturalmente, il filo conduttore del libro conduce il lettore per le storiche viuzze della bilbica ed evangelica città di Gerusalemme: luogo d'incontro della cultura ebraica, cristiana e mussulmana.

Gerusalemme, infatti, rappresenta per l'immaginario collettivo l'Alfa e l'Omega dell'umanità, in cui il passato s'intreccia con il presente proiettandoci in un futuro che dipende solo dalla saggiezza dell'uomo.

Ma non è di questo che intendo parlare, bensì del fatto che tutto ruota idealmente in Terra Santa, anche l'Astronomia!

Infatti, la scienza di Urania o per meglio precisare la cosmogonia si ritrova abbondantemente sia nella Bibbia che in alcuni importanti testi e tradizioni del popolo ebraico.

A riguardo, parlando di Cultura, desidero narrarvi il significato di una delle più importanti festività ebraiche che, come dicevo, si richiama anche alla scienza dei cieli!

Parlo della "Festa delle Luci", che gli ebrei chiamano "Hannukàn".

Questa festa rappresenta il Natale del popolo ebraico è si festeggia intorno al 15 dicembre di ogni anno, come facciamo noi cristiani con il Santo Natale.

Perchè l'Hannukàn si chiama "Festa delle Luci" ?

Innanzitutto perchè l'Oriente è il paese ove sorge la Luce, ossia il Sole!

A riguardo devo narrarvi una storica tradizione che tutt'ora viene osservata in Terra Santa.

Dovete sapere che a Gerusalemme il Sole sorge molto presto e pertanto quando la "eterna lucerna" si erge maestosa e raggiante sopra la Città Santa, che gli arabi chiamano "Al Quds", il popolo dice che Dio ha dato inizio ad un nuovo giorno!

Infatti in Terra Santa c'è l'antica tradizione sia per gli ebrei che per gli arabi, di salutarsi in questo modo: "Ti auguro un giorno buono" e si risponde all'augurio: "Ti auguro un giorno di Luce!"

Un'altra leggenda narra che anche Gesù amava salutare la gente in questo modo, forse anch'egli era un astrofilo come noi!

Certo, con un Padre come il suo non credo che abbia problemi d'inquinamento luminoso per osservare il Creato!

Ma proseguiamo con il racconto senza indugiare oltre del dovuto.

Ritornando alla nostra " Festa delle Luci" c'è da dire che la sua origine si richiama appunto alla luce del Sole la quale si richiama simbolicamente alla Luce divina che l'Onnipossente manda ogni giorno sulla terra.

Il Sole, infatti, secondo la Bibbia, è lo stesso astro lucente della Creazione dell'Eden e quindi dell'uomo.

Ergo, la Luce costituisce l'elemento fondamentale che si ritrova sia in tutta la rivelazione bilblica che nei testi ebraici del Talmud.

"Dio è luce ed in lui non ci sono le tenebre!"

Ed ancora: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" - così si espresse Gesù secondo la narrazione dei Vangeli-

Pertanto, tra i simboli biblici e quindi ebraici, troviamo il noto "candelabro a sette braccii", fatto per ordine di Dio secondo il modello che Mosè aveva visto sul biblico Monte Sinai.

In particolare il candelabro a sette bracci si chiama "Menorah" è storicamente occupava nel Tempio ove era risposta l'Arca dell'Allenza, il posto accanto alla Torah,ossia alla bibbia ebraica.

A cosa serviva la Menorah accanto alla Torah?

Ad illuminare la Torah, ossia la parola di Dio in quanto Egli avrebbe ordinato che una lampada bruci presso il tabernacolo allo scopo di riflettere la sua luce.

Infatti, secondo gli ebrei ed i cristiani, la Torah è la luce dell'umanità, come Dio è la luce dell'Universo.

Pertanto la Menorah rappresenta la stilizzazione dell'albero della vita ove la luce ha preso il posto dei frutti.

L'albero infatti racchiude fin da tempi più remoti un profondo significato religioso: l'incarnazione della divinità, ossia il mito dell'albero cosmico della vita.

In altri termini la Menorah rappresenta dunque un' emanazione dell'albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno per gli ebrei l'albero della Luce!

Misticamente la Menorah è l'albero che conduce gli uomini verso la Luce e la Luce verso gli uomini ed è per mezzo di questa Luce, che scorre come un torrente, Dio è presente ovunque!

Anche nelle nostre Chiese cattoliche accanto al Tabernacolo troviamo una lampada sempre accesa , in cui non c'è il rotolo della Torah , ma la parola di Dio fatta carne, ossia l'Eucarestia.

Tornando nuovamente al nostro candelabro a sette bracci in esso c'è anche il simbolo della creazione dell'Universo che, secondo la Genesi è avvenuto in sette giorni.

In particolare i sette bracci dell'Menorah rappresentano i sette cieli inondati dalla luce di Dio, mentre la luce centrale rappresenterebbe il sabato, giorno di riposo per gli ebrei.

La cifra sette, inoltre, riveste un'importanza particolare per la mistica ebraica in quanto significa la perfezione: Sette sono gli occhi di Dio che scrutano il mondo; nell' Apocalisse Giovanni vede l'agnello come immolato, con sette coma, ossia il simbolo della potenza di Dio, ed i sette occhi, simbolo della conoscenza di Cristo.

Oltre a tutti questi significati mistico-religiosi la Menorah racchiude anche un simbolo astronomico, ovvero il Sistema Planetario: il Cielo con il Sole al centro ed i pianeti da ambo le parti (Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere e Luna).

I pianeti infatti, come le sette lampade del candelabro, ricevono la luce dal Sole, ossia la luce celeste che è eterna!

Ecco quindi spiegatovi il profondo significato della Festa delle Luci che viene misticamente rapprsentato dal candelabro a sette bracci che gli ebrei chiamano "Menorah".

In conclusione, volendo reinterpretare misticamente questa importante festività religiosa ebraica, potrei azzardare a definirla come la Festa della Creazione" in cui l'umanità ed il nostro Sistema Planetario vengono costantemente illuminati dalla sapienza e dalla presenza dell'Altissimo.

Un grande saluto
a tutti voi

Antonio


Quest'anno mi recherò al ghetto ebraico di Roma per acquistare un candelabro a sette braccia che porrò acceso al centro tavola il giorno di Natale per ricordarmi come la luce divina giunge a noi attraverso il Sole che a sua volta illumina i pianeti e con essi tutto il Creato.

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 14:11

Caro Serafino e soci del Forum,

Desidero dedicarvi una piccola appendice culturale al nostro "Salotto di Urania", spero che il racconto vi piaccia.

Prima di narrarvi ciò che stò per scrivervi, devo fare una piccola premessa che in termine letterario si chiama "incipit".

In questi giorni che predono il natale stò leggendo il libro che ha scritto il Cardinal Martini: "Verso Gerusalemme" .

Nel libro l'autore traccia con vivacità di espressione e di linguaggio, un punto del suo intimo albero della vita, ovvero del proprio vissuto sia come arcivescovo di Milano, che come biblista e studioso della cultura ebraica.

Naturalmente, il filo conduttore del libro conduce il lettore per le storiche viuzze della bilbica ed evangelica città di Gerusalemme: luogo d'incontro della cultura ebraica, cristiana e mussulmana.

Gerusalemme, infatti, rappresenta per l'immaginario collettivo l'Alfa e l'Omega dell'umanità, in cui il passato s'intreccia con il presente proiettandoci in un futuro che dipende solo dalla saggiezza dell'uomo.

Ma non è di questo che intendo parlare, bensì del fatto che tutto ruota idealmente in Terra Santa, anche l'Astronomia!

Infatti, la scienza di Urania o per meglio precisare la cosmogonia si ritrova abbondantemente sia nella Bibbia che in alcuni importanti testi e tradizioni del popolo ebraico.

A riguardo, parlando di Cultura, desidero narrarvi il significato di una delle più importanti festività ebraiche che, come dicevo, si richiama anche alla scienza dei cieli!

Parlo della "Festa delle Luci", che gli ebrei chiamano "Hannukàn".

Questa festa rappresenta il Natale del popolo ebraico è si festeggia intorno al 15 dicembre di ogni anno, come facciamo noi cristiani con il Santo Natale.

Perchè l'Hannukàn si chiama "Festa delle Luci" ?

Innanzitutto perchè l'Oriente è il paese ove sorge la Luce, ossia il Sole!

A riguardo devo narrarvi una storica tradizione che tutt'ora viene osservata in Terra Santa.

Dovete sapere che a Gerusalemme il Sole sorge molto presto e pertanto quando la "eterna lucerna" si erge maestosa e raggiante sopra la Città Santa, che gli arabi chiamano "Al Quds", il popolo dice che Dio ha dato inizio ad un nuovo giorno!

Infatti in Terra Santa c'è l'antica tradizione sia per gli ebrei che per gli arabi, di salutarsi in questo modo: "Ti auguro un giorno buono" e si risponde all'augurio: "Ti auguro un giorno di Luce!"

Un'altra leggenda narra che anche Gesù amava salutare la gente in questo modo, forse anch'egli era un astrofilo come noi!

Certo, con un Padre come il suo non credo che abbia problemi d'inquinamento luminoso per osservare il Creato!

Ma proseguiamo con il racconto senza indugiare oltre del dovuto.

Ritornando alla nostra " Festa delle Luci" c'è da dire che la sua origine si richiama appunto alla luce del Sole la quale si richiama simbolicamente alla Luce divina che l'Onnipossente manda ogni giorno sulla terra.

Il Sole, infatti, secondo la Bibbia, è lo stesso astro lucente della Creazione dell'Eden e quindi dell'uomo.

Ergo, la Luce costituisce l'elemento fondamentale che si ritrova sia in tutta la rivelazione bilblica che nei testi ebraici del Talmud.

"Dio è luce ed in lui non ci sono le tenebre!"

Ed ancora: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" - così si espresse Gesù secondo la narrazione dei Vangeli-

Pertanto, tra i simboli biblici e quindi ebraici, troviamo il noto "candelabro a sette braccii", fatto per ordine di Dio secondo il modello che Mosè aveva visto sul biblico Monte Sinai.

In particolare il candelabro a sette bracci si chiama "Menorah" è storicamente occupava nel Tempio ove era risposta l'Arca dell'Allenza, il posto accanto alla Torah,ossia alla bibbia ebraica.

A cosa serviva la Menorah accanto alla Torah?

Ad illuminare la Torah, ossia la parola di Dio in quanto Egli avrebbe ordinato che una lampada bruci presso il tabernacolo allo scopo di riflettere la sua luce.

Infatti, secondo gli ebrei ed i cristiani, la Torah è la luce dell'umanità, come Dio è la luce dell'Universo.

Pertanto la Menorah rappresenta la stilizzazione dell'albero della vita ove la luce ha preso il posto dei frutti.

L'albero infatti racchiude fin da tempi più remoti un profondo significato religioso: l'incarnazione della divinità, ossia il mito dell'albero cosmico della vita.

In altri termini la Menorah rappresenta dunque un' emanazione dell'albero della vita, ma la sua forma, le sue funzioni, le sue fiamme, ne fanno per gli ebrei l'albero della Luce!

Misticamente la Menorah è l'albero che conduce gli uomini verso la Luce e la Luce verso gli uomini ed è per mezzo di questa Luce, che scorre come un torrente, Dio è presente ovunque!

Anche nelle nostre Chiese cattoliche accanto al Tabernacolo troviamo una lampada sempre accesa , in cui non c'è il rotolo della Torah , ma la parola di Dio fatta carne, ossia l'Eucarestia.

Tornando nuovamente al nostro candelabro a sette bracci in esso c'è anche il simbolo della creazione dell'Universo che, secondo la Genesi è avvenuto in sette giorni.

In particolare i sette bracci dell'Menorah rappresentano i sette cieli inondati dalla luce di Dio, mentre la luce centrale rappresenterebbe il sabato, giorno di riposo per gli ebrei.

La cifra sette, inoltre, riveste un'importanza particolare per la mistica ebraica in quanto significa la perfezione: Sette sono gli occhi di Dio che scrutano il mondo; nell' Apocalisse Giovanni vede l'agnello come immolato, con sette coma, ossia il simbolo della potenza di Dio, ed i sette occhi, simbolo della conoscenza di Cristo.

Oltre a tutti questi significati mistico-religiosi la Menorah racchiude anche un simbolo astronomico, ovvero il Sistema Planetario: il Cielo con il Sole al centro ed i pianeti da ambo le parti (Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere e Luna).

I pianeti infatti, come le sette lampade del candelabro, ricevono la luce dal Sole, ossia la luce celeste che è eterna!

Ecco quindi spiegatovi il profondo significato della Festa delle Luci che viene misticamente rapprsentato dal candelabro a sette bracci che gli ebrei chiamano "Menorah".

In conclusione, volendo reinterpretare misticamente questa importante festività religiosa ebraica, potrei azzardare a definirla come la Festa della Creazione" in cui l'umanità ed il nostro Sistema Planetario vengono costantemente illuminati dalla sapienza e dalla presenza dell'Altissimo.

Un grande saluto
a tutti voi

Antonio


Quest'anno mi recherò al ghetto ebraico di Roma per acquistare un candelabro a sette braccia che porrò acceso al centro tavola il giorno di Natale per ricordarmi come la luce divina giunge a noi attraverso il Sole che a sua volta illumina i pianeti e con essi tutto il Creato.

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: SergioVi (---.PD1.albacom.net)
Data:   12-04-03 14:22

Dunque caro Antonio....da come ho capito vuoi sapere se un appassionato del cielo può mettersi davanti ad un telescopio, senza sapere nulla di Keplero, Galileo, Newton, Heinstein, Hubble ecc.
Senza sapere nulla di Uranometria, di Mitologia celeste, di Teologia astrale, senza saper riconoscere le costellazioni, senza saper individuare, ad una prima occhiata, le principali stelle del cielo. Senza sapere dov'è la stella Polare.
Insomma, tanto per farla breve ed essere aggiornati, se un astrofilo possa piazzarsi davanti ad un telescopio con sistema di puntamento automatico e farsi un viaggetto del cosmo ignorando completamente le regole fondamentali che lo sostengono e la cultura che ha legato indissolubilmente la mente umana alla cupola celeste che ci sovrasta.
Ebbene, da un punto di vista teorico può farlo benissimo, ma praticamente cosa gli rimarrà di tale osservazione?
Cosa potrà provare guardando i tenui chiarori della nebulosa di Orione, se non riuscirà ad immaginare cosa racchiude quella immensa nuvola di gas?
L'osservazione risulterà irrimediabilmente ARIDA, senza giovamento per chi la conduce.
Io, ogni qualvolta ho la fortuna di condurre qualcuno all'oculare del mio telescopio, cerco sempre di fornire quei concetti chiave che possano contestualizzare l'osservazione, quelle poche chiavi magiche che dovrebbero servire a capire ciò che si è osservato. Spero di riuscire a trasmettere quella stessa emozione che provano Serafino e Marco quando osservano il cielo. A questo deve servire il bagaglio culturale astronomico che mi sono costruito faticosamente fin dalle elementari.
Altrimenti servirebbe a ben poco.......
Un affettuoso saluto a tutti

Sergio

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: alfonso 
Data:   12-04-03 15:06

Concordo,
si può sicuramente osservare senza conoscere neppure una virgola di meccanica celeste, e compagnia bella.

Non solo ma coi moderni strumenti è possibile anche navigare nelle profondità siderali senza conoscere la rotta.

In pratica i telescopi computerizzati o addirittura col gps hanno una sorta di pilota automatico che permette anche a chi è a digiuno di strumentazione e soprattutto della volta stellata di osservare tutto ciò che vogliono, in ciò limitati solo da condizioni ambientali più o meno favorevoli all' osservazione.

Io ritengo che questi telescopi col pilota automatico sono validi soprattutto per chi ha difficoltà di apprendimento delle tecniche e della mappatura celeste, per chi ha problemi di "cervicale" e non riesce nei contorsionismi che a volte sono necessari per la messa in polare o per puntare qualcosa nei pressi dello zenit.

E' anche una questione di praticità e di velocità, col gps in 10 minuti il tele può essere operativo, più o meno col puntamento attivo.
Per cui uno che coglie una serata giusta rientrando a casa dopo il lavoro prende il tele e lo piazza sul terrazzo rapidamente si trova in grado di operare e nel frattempo che cena il tele si è anche acclimatato.

I contro dei tele col pilota automatico sono ovvi.
Si può attraversare un oceano senza conoscerne i segreti.

Io ritengo che l' ideale sarebbe comunque studiare e conoscere i segreti della strumentazione e soprattutto le vie da seguire per rintracciare gli oggetti celesti.

Sicuramente chi osserva assistito dal pc di bordo senza conoscere nulla del cielo ha una visione limitata del creato.

Chi invece sa orientarsi e sa adoperare il tele può avvantaggiarsi notevolmente dall' uso delle tecnologie.

Mi è capitato di ascoltare le parole di un docente universitario di Astronomia
quando sono andato al convegno del GAD.
Egli diceva, e la cosa mi ha stupito e meravigliosamente impressionato,
che l' astronomia non è altro che una misurazione.
Cioè sin dalle prime osservazioni ad occhio nudo dei nostri avi in realtà chi osserva il cielo non fa altro che misurare ( per esmpio, la quantità di luce di un astro, il colore di un altro, la grandezza di un altro. )
Un altro astrofilo coi capelli bianchi diceva che tutto ciò che fa l' astronomo e l' astrofilo è una misurazione della luce o meglio della radiazione elettromagnetica che ci circonda.
Da cio deriva il concetto di astrometria e-o fotometria, nel senso che oltre alla misurazione con la sola capacità dei nostri occhi la moderna astronomia e astrofilia comincia a misurare tale radiazione elettromagnetica con tecniche e strumenti sofisticati. Noi astrofili ad esmpio usiamo le webcam o il ccd, però è possibile anche ottenere delle misurazioni precise della radiazione elettromagnetica ( luce ) che irradia da una stella.
Per concludere siamo immersi in una enorme quantità di radiazione elettromagnetica e noi stessi siamo radiazione elettromagnetica.
Cio a proposito della festa della luce di cui sopra parlava Antonio.

Antonio ti ho cercato due volte al telefono, dove sei?

ciao a tutti

Alfonso

- E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri; mai il futuro dell'umanita' potra' essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra.
Giovanni Paolo II -

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 15:10

Carissimi,

mi scuso peraver inviato più volte il messaggio, ma avevo difficoltà: appariva la dicitura "errore!!

Non sapendo se avessi o meno posto in orbita il topic, l'ho mandato più volte.

sorry.

antonio

PS

Comunque sia vi sta bene legere e rileggere il mio messaggio: avete voluto che ritornassi: allora sopportatemi!!!

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: alfonso 
Data:   12-04-03 15:19

No problem!

Fratello

Ciaoooooo

- E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri; mai il futuro dell'umanita' potra' essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra.
Giovanni Paolo II -

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Serafino 
Data:   12-04-03 15:19

pensavo ti si fosse inceppato il dito

In fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza, che essere già arrivati-S. Hawking
http://info.supereva.it/serafix3/Index.html?p

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: DavideV 
Data:   12-04-03 15:24

Salve a tutti.

Ho letto con molto interesse il secondo intervento di Antonio e vorrei aggiungere alcune cose per quanto riguarda il ruolo importante che il cielo ha sempre avuto nella Bibbia.

Nella Bibbia è scritto che "Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta". E' per questo che l'uomo guarda in alto e rimane estasiato; non potendo vedere Dio, l'uomo sfoga il suo desiderio di incontrarlo (il pensiero dell'eternità) rivolgendosi all'unico contatto visivo con l'infinito.

Avete mai sentito parlare della Torre di Babele?

Nel libro della Genesi è scritto che Dio distrusse questa costruzione perché l'uomo - pieno di orgoglio e superbia - la progettò con l'intento di giungere fino a Lui, nel cielo. Non penso che l'uomo sia mai potuto veramente arrivare a Dio tramite una torre... Quello, in realtà, fu il primo tentativo di osservatorio astronomico conosciuto nella storia dell'umanità, mediante il quale l'uomo pretendeva di arrivare a conoscere Dio ed i Suoi misteri tramite l'osservazione e lo studio degli astri - in pratica più che di astronomia si trattava di astrologia (uno spirito che, a quanto pare, tutt'oggi non è ancora morto!).

Altri riferimenti biblici che sicuramente risulteranno sconosciuti ai più e che sono sicuro che lasceranno a bocca aperta molti:

È il creatore dell'Orsa, d'Orione, delle Pleiadi, e delle misteriose regioni del cielo australe. (Giobbe 9:9)
Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi, o potresti sciogliere le catene d'Orione? (Giobbe 38:31)
Egli ha fatto le Pleiadi e Orione, cambia in aurora l'ombra di morte, e il giorno in notte oscura; chiama le acque del mare e le riversa sulla faccia della terra: il suo nome è il SIGNORE. (Amos 5:8)

Insomma già al tempo di Giobbe (non so quando, ma probabilmente non meno del 2000 a.C.) si aveva la cognizione di "ammasso stellare"!

Un altro riferimento biblico relativo all'Apocalisse e dedicato ai cacciatori di comete e meteoriti:

"Il primo angelo suonò la tromba, e si fecero grandine e fuoco, mescolati con sangue e furono gettati sulla terra; e la terza parte degli alberi fu interamente bruciata, ed ogni erba verde fu interamente bruciata. Poi suonò la tromba il secondo angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco ardente fu gettata nel mare, e la terza parte del mare divenne sangue; e la terza parte delle creature che vivono nel mare morì, e la terza parte delle navi andò distrutta. Poi suonò la tromba il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella che bruciava come una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque."
(Apocalisse 8:7-10)

Quello che mi ha colpito maggiormente di questo passaggio è la descrizione accurata della prima pioggia meteoritica, descritta esattamente come "grandine e fuoco". Può darsi che quando dice "mescolati con sangue" sia perché il ghiaccio contenga un qualche materiale che, bruciando, produca una scia rossa?

Tanto per tornare al topic, io credo che conoscere la storia dell'astronomia anche dal punto di vista teorico-umanistico sia utile nonché indispensabile soprattutto perché altrimenti, come ha detto benissimo ed in poche parole SergioVi, le nostre osservazioni rimarrebbero aride e fine a sè stesse; in quanto credente, però, non voglio considerare gli astri un mezzo per farmi arrivare a Dio.

La conoscenza del passato di ciò che si vive, comunque, credo sia un discorso valido per ogni campo della nostra vita.

p.s.: scusate la domanda ma sono "nuovo" di qui: chi o cosa è "Urania"?

DavideV.
---
«I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l'Opera delle sue mani.»
(Salmo 19:1)

http://davidev.altervista.org

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 15:36

Alfò,

comeho detto anche a Maurizio per telefono,
la mia dolce " bimba" ama pazziare con il mio cellulare, scaricando i vari giochini della Nokia.
Questo è nulla, ma sta di fatto che oltre a ciò il mio diletto filgio maschio usa e riusa il mio telefonino per comunicare con la sua "bella" standoci delle ore e inviandosi reciproci messaggi d'amore!

In breve, i due lanzichecchi mi hanno tolto la "voce" al ml cellulare, così quando mi chiamano il telefonino non squilla!

Ora ho aggiustat' a' creatura, nientepopòdimenochè con il mitico, l'insuperabile, l'imapreggiabile, l'incomensurabile,lo stravolgente, il meraviglioso, il divino, il patriottico INNO DEGLI ITALIANI, ovvero Roma Capoccia!

stavo scherzando Serafino, lo sò che rosichi perchè non appartieni alla gens romana. per noi cittadini dell'urbe sei poco più di un vandalo, di un goto, di un lanzichenecco preso in prestito, ovvero, un villico abitante di una delle innumerevoli province dell'Impero!!
Ad maiora!

PS
Quest'anno vinciamo il campionato, arirosica di nuovo!l

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Serafino 
Data:   12-04-03 15:43

romani tremate!! arrivano i gianduja!!!

In fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza, che essere già arrivati-S. Hawking
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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-04-03 16:12

Caro Davide,

Rispondo alla tua domandaafferente ad "Urania".
Urania è la musa dell'Astronomia e come tale la consideriamo una nostra amica con la quale conviviamo da molto tempo tutti noi.

Solo il nostro Serafino non l'ama abbastanza: ad Urania preferiscei gianduiotti!


Ho molto aprrezzato il tuo intervento, soprattutto per i riferimenti bilbici di che hai citato.

Tra i versi della Bibbia c'è anche quello relativo al grande carro di fuoco sulla cui interpretazione sono stati scritti è dette molte cose che hanno poco da condividere con la religione ebraica e cristiana.

Pensa che i giovani ebrei che studiano il Talmud e la Torah, per interpretare questo particolare passo bilblico devono rivolgersi ad un rabino.

Questo vale anche per lo sudio dello Zoar ,ossia del libro dello Splendore di cui un giorno ne parleremo tutti insieme.

Intanto vi esorto a riflettere sau quanto ci siamo scritti oggi su questo Forum: dedicate un attimo della giornata al vostro intimo albero della vita, abbiatene cura di questo albero e dei suoi rami i cui frutti dipendono esclusivamente da noi.

Il loro nutrimento non è racchiuso nel processo di fotosintesi, bensì nella nostra sete di Sapere, di Conoscenza e d'introspezione in cui un pizzico di sano misticismo non guasta!

Il silenzio e la quiete ha volte è necessario per ritrovare e riordinare il nostro albero della vita, magari alimentandolo con la lettura di un buon libro!

antonio

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Angelo (---.net.vodafone.it)
Data:   12-04-03 19:56

Ci sono anche io amici.

Premetto che di meccanica celeste io personalmente non capisco davvero quasi e dico quasi niente e non nascondo che per imparare, per quel pochissimo che so, ad osservare il cielo ho studiato molto.
Sono convinto del fatto che chi osserva e ha una cultura astronomica (nel senso più completo possibile) riesce molto ma molto meglio a capire ciò che sta vedendo, osserva con uno spirito diverso, è più razionale ed è molto più completo.
Lo so, vi starete dicendo "ma questo ha scoperto l'acqua calda", ma ho voluto dirlo lo stesso per dare un incentivo a tutti quelli (compreso me stesso) che di meccanica sanno poco o niente.

Però sono anche convinto del fatto che chi è attratto dall'astronomia e quindi dall'osservazione telescopica, pur non sapendo nulla o quasi di meccanica celeste, non possa lo stesso provare sensazioni bellissime, di appagamento, di stupore. questo consentitemelo perchè credo sia una cosa legittima e sacrosata nonchè dettata da una questione puramente di sensibilità verso questo, chiamiamolo, "hobby".

Come ho anche io detto più volte, l'astrofilia non è comunque per nulla un hobby ma quasi un vero lavoro e l'unica cosa che non lo rende tale è il fatto che per il contributo che tutti noi astrofili forniamo non veniamo remunerati.
E' una specie di "volontariato" che ognuno di noi ha preso come impegno, si perchè di impegno si tratta. Non si può certo parlare di divertimento quando si parla di svegliarti alle 3 del mattino per osservare fino alle 6, esperienza personale come tanti avranno già fatto.

Per cui tracciando un piccolo resoconto credo che chi è più acculturato osserva meglio ma chi non è molto acculturato "gode" lo stesso.

Angelo Petrone

P.S. Antonio fammi sapere quando posso chiamarti per scambiare due paroline visto che è tanto che non ci sentiamo.

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: SergioVi (---.PD1.albacom.net)
Data:   12-04-03 20:35

Antò....una curiosità:
visto che tifi per la MAGGICA, sei mai stato a vedere delle partire all'Olimpico?
Ho una carissima amica romanista fino all'osso che continua a pressarmi per andare all'Olimpico a vedere Totti&Soci, se potessi contare su un'affidabile base d'appoggio all'interno dell'Urbe sarei molto felice!

Ps per la Gens: alla faccia dei Barbari, Celti e Lanzichenecchi.....si da il caso che sia io che il buon Serafix deriviamo dalle nobili stirpe venete che, caso più unico che raro, appoggiarono e non contrastarono l'avanzata romana nel nord Italia. Quindi abbiamo tutto il diritto di essere trattati con i guanti di velluto:-)!

Salutoni

Sergio

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Turra Alberto 
Data:   12-04-03 22:21

Scrive Angelo:
"[…] l'astrofilia non è comunque per nulla un hobby ma quasi un vero lavoro […]"

Più che altro, diciamocelo, con tutti i soldi che ci costano telescopi ed accessori, ci vorrebbe un lavoro solo per pagarli...

"[…] Non si può certo parlare di divertimento quando si parla di svegliarti alle 3 del mattino per osservare fino alle 6 […]"

...mentre tutti gli altri stanno a ... (absit iniuria verbis). Mammarò, che invidia.

Una sola volta mi son alzato alle 3, per vedere l'allineamento dei 4 satelliti maggiori di Giove (tra l'altro credo che all'epoca avessi solo il binocolo); ma avevo confuso T.U. e ora solare, quindi... son tornato sotto le coperte.



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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: Serafino 
Data:   12-05-03 08:06

Cita:

....si da il caso che sia io che il buon Serafix deriviamo dalle nobili stirpe venete che...


cimbri x l'esattezza ;-)

In fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza, che essere già arrivati-S. Hawking
http://info.supereva.it/serafix3/Index.html?p

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 Re: "il Salotto di Urania" by Antonio
Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data:   12-05-03 11:36

Caro Sergio,

In vita mia sono stato solo una volta allo stadio!

Non sono un grande estimatore della palla rotonda, tuttavia tifo per gli azzurri e per la Roma in quanto è la città che mi ospita.

antonio

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