Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data: 05-31-04 10:08
Carissimi,
Noto con piacere che molti di noi si sono dedicati alla fotografia lunare con risultati molto soddisfacenti.
Questo č un buon segno del ritorno alla grande di Selene che da sempre č considerata il laboratorio didattico di ogni astronomo viandante, ovvero degli astrofili.
Allo scopo di rendere pių interessante il nostro ritorno sulla superficie lunare e quindi di poter compiere dei raffronti con le mappe selenografiche, suggerisco di compiere una ricerca sia nel visuale che in astro immage, del cratere "Linnč" che si trova nel Mare della Serenitā.
Perchč proprio Linnč?
A questo cratere č legata una lunga ed interessante querelle scientifica che ha visto la partecipazione di molti astronomi dell'Ottocento e che, per certi versi, ancora prosegue in quanto, l'enigma ad esso legato, non č stato ancora del tutto risolto.
A riguardo riporto un passo scritto da Flammarion sul suo libro "Memorie di un Astronomo" che riguarda appunto il cratere Linnč.
..." Eravamo nel 1886. Io mi misi appassionatamente ad osservare e disegnare le macchie solari, i curiosi paesaggi lunari, gli aspetti di Giove, di saturno, di marte, i gruppi stellari e le stelle doppie.
Nel corso di quest'ultima annata (1886), fu segnaslato sulla Luna un possibile cambiamento nel cratere Linneo (Linnč), dall'astronomo Schmidt, Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Atene.
Disegnai e seguii con cura quella regione e constatai che il cratere era sparito e che al suo posto appariva una nube bianca.
Feci di queste mie osservazioni l'oggetto di una comunicazione all'Accademia delle Scienze..."
Questo č quanto riporta nel suo libro Camille Flammarion che aggiunse come ..." Sulle carte di Lohrmann e di Madler (due illustri selenografi), era segnalato come un cratere normale avente diametro di circa 10 chilometri aveva il fondo scuro quando il Sole non lo illuminava.
Questo cratere doveve essere ben visibile e una riprova sta nel fatto che i due selenografi su citati, lo avevano scelto come punto fisso di primo ordine..."
Anche l'astronomo Schmidt, osservandolo nel 1883, lo aveva trovato, come gli altri, del diametro di 10 chilometri e della profonditā di 340 metri.
Senonchč- narra Flammarion- in osservazioni successive, ovvero nel 1886, lo stesso Schmidt aveva notato varie modificazioni nella struttura del cratere.
Si era reso meno visibile e aveva subito inltre delle rilevanti alterazioni rispetto alla sua illuminazione.
Lo Schmidt arrivō alla conclusione -sottolina Flammarion- che verso la metā del secolo scorso fosse avvenuta una eruzione che avrebbe riempito la cavitā del cratere di materia chiara (ejecta), e scorrendo sopra l'orlo di esso, avrebbe eguagliato i declisi esterni del cratere in modo tale che non dessero pių ombra come infatti avviene oggi.
Anche Padre Angelo Secchi ne aveva osservato assiduamente il fenomeno ed egli stesso credč - prosegue Flammarion- crede probabilmente che sia avvenuta una eruzione che abbia riempito il cratere.
Il 20 maggio del 1867 Flammarion fece una comunicazione all'Accademia delle Scienze in cui esponeva il suo pensiero circa i cambiamenti da lui osservati sul cratere Linnč e che tali trasformazioni fossero dovuti ad una eruzione.
Il 17 giugno dello stesso anno le Verrier, Direttore dell'osservatorio Astronomico di Parigi, presentō all'Accademia delle Scienze l'astronomo Wolf il quale nel suo intervento concludeva che il cratere Linnč č mal conosciuto e che č difficile sapere se vi sia stato o meno un cambiamento.
Ancora oggi questo piccolo, ma suggestivo enigma lunare non č stato del tutto sciolto, nnostante che la sonda Clementine abbia mappato la superficie selenica.
Linnč č ancora lė nel Mare della Serenitā, in attesa che i nostri telescopi di viandanti astronomi la osservino, la disegnino e la fotografano come si conviene per poi discuterne tutti insieme nel nostro Forum
buon lavoro a tutti noi e che Urania sia con noi!
antonio
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