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Re: SONDAGGIO LUNARE !

Autore: quellochetipare (---.fastres.net)
Data: 05-06-05 14:58

vorrei contribuire postando dati scientifici veri... non che quelli di Rigel non lo sinao, ma per poter fornire dati concreti alla discussione

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Il veicolo spaziale Apollo capace di ospitare tre uomini a bordo è formato da tre distinti moduli: il modulo di comando ed il modulo di servizio riuniti sotto il nome di Apollo Command and Service Module, e dal Lunar Module, il modulo lunare chiamato anche LEM dalle iniziali di Lunar Excursion Module.

Tutti e tre sono costruiti usando alluminio, titanio, rame e materiali sintetici e raggiungono il peso complessivo di 17 tonnellate a vuoto e 52 tonnellate caricati di propellenti. L'intera astronave è un insieme di 4 milioni di parti tra le quali si trovano 64 chilometri di cavi e, tra le altre cose, 678 interruttori.

E' un cono di 3,9 metri di diametro alla base e 3,2 metri di altezza. Come nelle capsule Gemini alla sua base è attaccato uno scudo antitermico costruito in acciaio inossidabile ricoperto di fibre di vetro e resine fenoliche epossidiche che, consumandosi per le alte temperature sviluppate dall'attrito durante il rientro, smaltiscono la vampata di calore che investe la capsula. Il modulo di comando ha un sistema di propulsione formato da due distinti gruppi di 6 motori: il secondo è di riserva. Dieci propulsori sono collocati intorno alla base e due alla sommità del cono e servono per mantenere una corretta posizione durante l'attraversamento dell'atmosfera alla fine del viaggio. Essi funzionano a propellenti liquidi (monometilidrazina e tetrossido d'azoto) ed ognuno fornisce 42 chilogrammi di spinta.

Gli astronauti vivono in questo modulo durante il volo di andata e ritorno dalla Luna respirando, al decollo, un'aria composta al 60 per cento di ossigeno e al 40 per cento di azoto, ed in orbita soltanto ossigeno. Tale scelta è la conseguenza, adottata per ragioni di sicurezza, dell'incidente dell'Apollo-204 durante il quale muoiono bruciati i tre astronauti Grissom, White e Chaffee.

E' naturalmente nel modulo di comando che sono sistemati tutti gli strumenti di navigazione e guida studiati al Massachusetts Institute of Technology sotto la guida di Stark Draper. Essi rappresentano un sistema di apparati (accelerometri e giroscopi che insieme formano le unità di misura inerziali) che forniscono al computer di bordo tutte le informazioni necessarie per controllare la rotta, stabilire la posizione, comandare i tempi nell'accensione dei motori per correggere velocità e direzione.

C'è inoltre un sistema ottico per la navigazione celeste. Quasi tutti gli strumenti sono doppi e in alcuni casi tripli per ragioni di sicurezza. Sulle pareti del modulo c'è una porta d'uscita larga 86 centimetri ed alta 73, che dopo l'incidente dell'Apollo-204 è stata costruita in modo da poter essere velocemente aperta anche dall'esterno, al massimo in dieci secondi. Una seconda porta del diametro di 76 centimetri si trova alla sommità del cono e permette il passaggio nel modulo lunare.
Gli astronauti possono guardare fuori dal loro abitacolo attraverso cinque finestrelle di forma diversa; le due maggiori sono dei triangoli di 20 per 33 centimetri. Il sistema di controllo ambientale ha il compito di mantenere regolate pressione, temperatura e umidità provvedendo a rimuovere l'anidride carbonica e gli odori. Inoltre esso gestisce il flusso d'acqua che esce come sottoprodotto dalle celle a combustibile eliminando la quantità in eccesso attraverso le valvole di scarico dell'orina.

L'energia elettrica di cui ha bisogno il modulo proviene dalle celle a combustibile sistemate nel modulo di servizio. Esso però dispone anche in maniera autonoma di tre batterie argento-zinco che entrano in attività dopo il distacco del modulo di servizio quando la capsula inizia da sola la corsa verso l'oceano. Ve ne sono tuttavia altre due impiegate soltanto per usi pirotecnici, vale a dire l'accensione dei bulloni esplosivi durante la separazione del modulo di comando da quello di servizio, l'uscita dei paracadute, la separazione dal terzo stadio del vettore Saturno e il lancio e il distacco della torre di salvataggio collocata sopra il modulo. Questa torre alta dieci metri e del diametro di 1,2 metri ha nella parte più elevata tre motori a razzo a propellente solido di diversa potenza. Essi servono a portare la capsula Apollo lontana dalla rampa di lancio se si verifica qualche incidente sulla rampa nella fase di partenza. Il motore più potente ha una spinta di 65 mila chilogrammi; un secondo ne ha soltanto mille ed il suo ugello di scarico è orientato in modo da deviare la traiettoria dalla torre. Il terzo arriva a 14 mila chilogrammi di spinta e distacca la sola torre nei lanci normali passati 30 secondi dalla partenza ad un'altezza di 90 chilometri.

Attaccato alla base del modulo di comando c'è il modulo di servizio: un cilindro lungo sette metri con 3,9 metri di diametro. Su di esso sono montate sette antenne per le telecomunicazioni ed un'antenna radar necessaria durante i rendez-vous nel cosmo con il modulo lunare. All'interno del grande cilindro inaccessibile agli astronauti durante il volo, ci sono le celle a combustibile costituite da 31 elementi e relativi contenitori di idrogeno e ossigeno, che erogano 1600 watts di potenza in corrente continua, ed anche tutti i serbatoi per i due sistemi di propulsione. Uno, chiamato Service Propulsion System, è formato da un solo motore il cui ugello di scarico esce vistosamente per qualche metro dal retro del modulo di servizio. Esso funziona a propellenti liquidi (aerozina 50 e tetrossido d'azoto) e fornisce una spinta di 9184 chilogrammi. E' con questo motore che l'Apollo compie le correzioni di velocità, si inserisce in orbita lunare e poi ne esce per ritornare a Terra.

l LEM, come è stato chiamato dalle iniziali di Lunar Excursion Module, è alto sette metri e la sua larghezza misurata diagonalmente tra le gambe estese in posizione d'atterraggio raggiunge i nove metri e mezzo.

Quando il grande razzo Saturno V parte da Cape Canaveral, il LEM è stivato sotto il modulo di servizio. Una volta che il convoglio spaziale è sull'orbita per la Luna, il modulo di comando con il suo modulo di servizio si stacca dal razzovettore, compie una rotazione di 180 gradi e si aggancia con il muso al LEM estraendolo dal suo alloggiamento. Quindi, dopo una nuova rotazione di 180 gradi per ritornare nella posizione iniziale, i due veicoli uniti incominciano il viaggio di 380 mila chilometri. Giunti in orbita lunare, due astronauti entrano nel LEM, si distaccano dal modulo di comando ed atterrano sulla Luna alla velocità minima di due metri al secondo mettendo in funzione un motore a propellenti liquidi (aerozina 50 e tetrossido d'azoto) regolabile sia nella spinta (da 467 a 4390 chilogrammi) che nella direzione, frenandone la caduta.

Al decollo, la sezione inferiore serve come base di lancio della parte superiore dotata di un motore da 1560 chilogrammi di spinta e che utilizza sempre gli stessi propellenti del motore di discesa, come del resto anche i quattro gruppi di quattro piccoli propulsori da 44 chilogrammi di spinta che vengono impiegati sia all'arrivo che alla partenza per dirigere e controllare la traiettoria del veicolo.

Sette batterie argento-zinco, due inserite nel modulo di ascesa e cinque in quello di discesa, garantiscono la necessaria fornitura di energia a 28 volt in corrente continua.

Un sistema di guida e navigazione con giroscopi, accelerometri e computer, simile a quello installato sul modulo di comando, garantisce il controllo del LEM. Al suo interno un apparato di gestione dell'ambiente mantiene un'atmosfera analoga nella composizione a quella della cabina di comando.

Terminata la missione il modulo di comando si distacca dal modulo di servizio e giunge ai confini dell'atmosfera terrestre alla velocità di 40 mila chilometri orari. Allora imbocca un corridoio di discesa opportunamente inclinato per consentire il rallentamento ed una corretta traiettoria sino all'altezza di poco più di sette chilometri. A questo punto lo scudo antitermico, esaurita la sua funzione protettiva, si stacca e dalla sommità del modulo di comando escono due paracadute pilota del diametro di cinque metri che rallentano e stabilizzano il veicolo sino a tre chilometri di quota quando si aprono, infine, i tre grandi paracadute di 25,5 metri di diametro. Il modulo di comando tocca la superficie oceanica inclinato, con il bordo della base. Se nell'impatto si rovescia, automaticamente si gonfiano dei palloni che ristabiliscono la giusta posizione.

Alla partenza da Cape Canaveral il complesso Saturno V-Apollo pesa 2917 tonnellate (dati di Apollo XI). Ciò che resta al rientro sono soltanto le sei tonnellate del modulo di comando.

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contestate questo cretinetti...

quellochetipare

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SONDAGGIO LUNARE ! nuovo

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08-22-04 17:25