Autore: Marco(StarEnd)
Data: 12-11-03 13:24
"...Al fondo della attuale ricerca scientifica ( con tutti i suoi problemi di finanziamenti e fughe di cervelli) che domanda c’è? Perché ricerchiamo qualche cosa se poi dobbiamo morire ( noi, i nostri figli e le generazioni che verranno)? A che pro l’impegno sociale?..."
Non lo so Lauro.. non è una questione semplice da risolvere. In apparenza appare illogico prodigarsi nella ricerca quando poi la nostra vita dura un battito di ciglia, e quando la vita stessa della specie umana dura lo stesso tempo.
Ci sono motivazioni pratiche, chiare e lampanti.. la ricerca (in ogni settore) porta il benessere (o dovrebbe portarlo, a tutti inoltre), il benessere ti permette di vivere con meno fastidi la tua vita. Ineccepibile.. ma la questione credo va analizzata più a fondo, questo è un aspetto più "superficiale".
Perchè l'uomo è curioso.. è innegabilmente e "disperatamente" curioso.. il fatto di poter vivere con meno disagi la tua vita di permette di dedicare sempre maggiore tempo al grande "gioco" della scoperta, o della riflessione.
Forse in un futuro lontano vivremo tutti una vita più "intellettuale", nessuno dovrà più lavorare o preoccuparsi minimamente per la sua sopravvivenza (cibo, malattie,crimine), e passeremo le nostre giornate a riflettere, scoprire, rapportarci con gli altri...
E' dura comunque dare una risposta.. io ho comunque fiducia nella specie umana, e credo che tutto quello che stiamo facendo sia un investimento di grandissima portata per il futuro (non nostro, ma della nostra specie).. e forse questo è l'unico cammino che l'uomo può compiere, l'unica via che può seguire, indipendentemente dall'utilità e dallo scopo di questo agire.
Nella mai testa è ben chiaro il significato, ma non riesco ad esprimerlo a parole come vorrei, lascio quindi in compito a delle bellissime parole di Ray Bradbury:
"...E quando arriveremo lassù, cosa diremo al misterioso Universo che ci ha generato? « Eccoci, siamo qui! Guarda, abbiamo gettato il nostro seme ad un vento taciturno, in un luogo deserto che renderemo meno triste. Ci riposeremo ora?». Al che la risposta del Cosmo può solo essere, NO! Non ci può essere riposo, ma cammino, sempre. Poiché riposare significa fermarsi, e fermarsi potrebbe voler dire un salto indietro nella polvere. E' un viaggio millenario. Insonni all'alba, alzarsi e partire. L'ignoto Spazio celeste chiama urlando il suo desiderio di essere conosciuto. Noi siamo i delegati alla conoscenza, il cui obiettivo è testimoniare e celebrare. Il Cosmo cresce rigoglioso attraverso noi. Le morte reliquie del tempo planetario sono riportate alla vita perché noi si possa dire che è così. Noi, poveri vermiciattoli, abbiamo sognato un bozzolo metallico di fuoco e cristallo avanzando come pallide falene e quindi come deliziose farfalle per attraversare lo spazio e annullare il Tempo. La nostra mente razionale se ne stupisce, la nostra mente segreta lo sa. Conosce e parla. La ascolti e dice “vai!” Come possiamo ignorare ciò che udiamo giungere dalle caverne e dire in un sussurro «resta» ed invece ascoltare le stelle, che dicono «vieni»... "
Saluti a tutti..
Marco
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