Autore: URANIA (---.prova.tim.it)
Data: 10-01-04 10:25
Caro Ennio,
A massa d'Albe ho avuto modo di "sbirciare" nel 140 apo della TEC: le immagini, forse in parte dovute al seening e forse anche alla qualità degli oculari, non erano eccellenti, ovvero ho visto Giove leggermente sfocato!
Indubbiamente le condizioni non erano ottimani in quel momento, quindi non è il caso di prendermi alla lettera, tuttavia ho avuto anche modo di osservare pianeti e doppie con il 101 apo della televue (barlow 3x ed oculari televue), è questa volta le immagini erano da manuale!
Come sai ho posseduto anche il 130 apo edf dell'Astrophisics e quindi posso esprimere qualche considerazione sul TEC 140.
Ho letto anche la recensione su Coelum e devo dire che mi sembra molto garbata e professionalmente valida.
Paragonare il 140 TEC all'Astrophisics 130 edf mi sembra opportuno anche perchè il TEC mi sembra un tantino superiore sia come meccanica che naturalmene come apertura di strumento.
La qualità delle ottiche sono eccellenti e quindi non mi soffermo a discuterne: come cadi, cadi bene!- dice il vecchio adagio-
Il TEC a suo vantaggio, rispetto all'Astrophisics, ha diverse cosette interessanti: gli accessori, la testata rotante degli oculari, il puntatore, la scala millimetrata,l'aperutra dello strumento, la focale e non ultimo il costo dello strumento!
Dovendo scegliere tra il blasonato Astrophisics ed il TEC la mia scelta cadrebbe sul TEC, sia perl'aspetto tecnico che per i 10cm in più della lente che,nel profondo cielo, vogliono dire!
Detto questo ora passiamo alla tua "vexata quaestio", ovvero il confronto tra il 128 Takahashi ed il TEC 140!
Gli amici del forum non sanno che tu possiedi questo gioiello, ovvero il Taka 128 alla fluorite e, data l'occasione, mi sembra opportuno parlarne
in modo da offrirti anche un argomento di discussione e di riflessione su quanto intenderesti fare!
Il Takahashi 128 è uno strumento eccezionale sia per le sue prestazioni ottiche che per la focale.
Nel planetario batte di gran lunga tutti gli altri rifrattori, compreso il TEC140 e l'Astrophisics 130!
Non ho detto alcuna eresia in quanto il rifrattore giapponese offre delle immagini ben dettagliate e particolareggiate sia nel planetario che nell'osservazione delle doppie strette e degli ammassi stellari.
Il contrasto è a dir poco eccellente, sfido chiunque a dimostrarmi il contrario: l'Astrophisics è anch'esso un "mostro" ma rammentate bene tutti: i rifrattori apo a corta focale sono particolarmente indicati in campo fotografico; mentre, nel visuale ed in planetologia occorrono strumenti che abbiano in giusto rapporto tra il diametro delle lenti e la focale dello strumento!
Certo le odierne tecniche consentono di fare miracoli, ma nel caso del Takahashi questo tipo di strumento si può indiscutibilmente considerare come il "principe" dei rifrattori progettatro e costruito secondo i tradizionali schemi che ancora oggi sono validi.
Inoltre, per chi vive in città deve anche tenere conto che più è maggiore l'apertura dello strumento è più risentirà della turbolenza atmosferica.
Ricordo che le immagini di Giove con il 102 ed della vixen erano migliori, ovvero più nitide rispetto all'astrophisics ed al C8 che pure possedevo.
Naturalmente il discorso si ribalta nel momento in cui si osserva fuori città: l'astrophisics dimostra tutta la sua potenza soprattutto nel profondo cielo:
immagini nitide, contrastate e, se il seening lo consente, si possono osservare dei particolari veramente suggestivi in campo planetario.
Quest'ultima considerazione vale anche per il 140 della TEC, mentre per il Takahashi il discorso è leggermente sfumato, ossia nell'osservazione visiva batte i due strumenti proprio per le sue performance ottico-meccaniche.
Naturalmente sul fotografico non c'è storia: i due blasonati rifrattori americani sono da considerarsi tra i migliori del mondo, ma deve essere così in quanto sono stati progettati come astrografi, non come rifrattori come invece è stato per il takahashi!
Morale: Ennio, tieniti ben stretto il tuo Takahashi!
antonio
|
|