Autore: Antoniosforza (---.pool8251.interbusiness.it)
Data: 05-20-04 19:48
Ciao astromanu,
eccoti le risposte!!
Dunque, la minima dimensione del disco stellare ottenibile sulla pellicola in condizioni di buon seeing (termine che quantifica la condizione atmosferica di turbolenza secondo una scala convenzionale) è di 0.020 mm (per un rifrattore). In radianti (misura dell'angolo che assegna il valore 2p =6.28 rad all'angolo giro di 360°), l'angolo sotteso sul piano focale da tale disco è d/f. La precisione di guida richiesta viene normalmente espressa in secondi d'arco (1°=60'=3600"): considerando uno strumento con f=500 mm, si richiede quindi un errore massimo di guida pari a 0.020/500 x 360°/2p x 3600" = 8". Normalmente il livello di turbolenza atmosferica va da 0.5" (serate eccellenti) fino a 5" (al limite del tollerabile per astrofotografia al fuoco diretto). Il cerchio "di riferimento" nel reticolo illuminato, entro il quale si vuole mantenere confinata la stella di guida, dovrà avere un diametro di circa 2 volte la tolleranza ( =16" secondo questo esempio). Pertanto, bisogna scegliere un ingrandimento opportuno sullo strumento di guida, individuando la focale più appropriata per l'oculare illuminato ed eventualmente amplificando con una Barlow 2x o 3x. Per stimare in anticipo cosa realmente serve, si può fare questo ragionamento:
Supponiamo di scegliere il cerchio di riferimento in un particolare reticolo illuminato in modo che occupi il 2% del diametro del campo visivo. Il campo apparente degli oculari di guida è noto, normalmente 40°-50° a seconda della configurazione ottica (assumiamo 40° per fissare le idee): ciò significa che la porzione apparente del cerchio di riferimento sarà 0.02x40°=0.8°. Affinché questi 0.8° apparenti rappresentino una porzione di cielo di 16", servirà un ingrandimento M tale che 0.8°/M = dimensione reale (in gradi) = 16"/3600". Si trova M = 180 ingrandimenti. Fotografando con un rifrattore con f=480 mm (d=70 mm) ho spesso impiegato come strumento di guida un secondo rifrattore con d=60 mm e f=700 mm più Barlow 2x e oculare con reticolo da 9 mm di focale, quindi con un ingrandimento 156, prossimo a quello valutato. Per misurare in pratica la dimensione angolare del cerchio di riferimento, basta puntare una stella doppia di separazione nota, il disco di un pianeta o semplicemente cronometrare il tempo impiegato da una stella per attraversare il cerchio spegnendo il moto AR del telescopio (moltiplicando il tempo in secondi per 15 si completa la misura).
Se invece dell'oculare illuminato e della guida manuale si impiega un mezzo elettronico (autoguida CCD), le considerazioni precedenti sono sempre valide. Stavolta il "cerchio di riferimento" diventa la misura del pixel del sensore, assumiamo 0.015 mm per esempio. Con f=700 mm per lo strumento di guida, l'angolo sotteso dal pixel è 0.015/700 rad = 0.015/700 x 360°/2p x 3600" = 4", quindi è sufficiente collocare l'autoguida nel portaoculare del telescopio di guida.
Spero sia chiaro...a presto
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