Autore: SergioVI (---.98-62.inwind.it)
Data: 06-05-03 10:23
Anche per me vale lo stesso discorso di Leonardo, sto osservando da poco più di due mesi ma la serata che ricordo con più piacere è quella in cui puntai per la prima volta Giove. Era una nottata limpida e serena di fine marzo(di quelle che latitano in questo periodo, in cui il cielo è perennemente avviluppato in una cappa di foschia da calore..) , ed ero sul terrazzo di casa con un mio amico, intento a dare uno sguardo alla bella falce di luna crescente. La vista era stupenda sul terminatore, ma non rimasi folgorato da tale bellezza, perchè già pochi gioni prima, nell'atto di provare per la prima volta il mio mak da 127mm, avevo appreso quale vista m'aspettava. Il maledetto lampione, piazzato proprio davanti alla mia piattaforma osservativa, era stato sistemato dal sottoscritto alla meglio, posando con una lunga pertica un telo di plastica scura....roba che se mi vede un vigile urbano mi rifila una multa per occultamento di pubblica illuminazione (sarà reato???). Beh comunque provate ad osservare con quel "coso" antidiluviano, sprovvisto di benchè minima copertura, che irradia la sua lattiginosa schiera di fotoni tanto verso terra che verso il cielo! Comunque il killer del bel vedere era stato freddato e ci stavamo gustando la luna in tutto il suo splendore. Poi, ad un certo punto, il buon Fede (l'amico) mi fa :"Prova a puntare quella stella lì, alta nel cielo, sono curioso di vederla". Dall'alto della mia ignoranza a quel tempo (ora con Hallo Northern Sky non accadrebbe più) ho mirato quel punto luminoso, un pò più evidente di tanti altri, pensando di trovare niente di più che una piccola sfera di luce, un pò ingrandita e potenziata nella luminosità. Quando però ho gettato lo sguardo nell'oculare, ed ho visto un grande globo con due bande grigiaste ben evidenti, con quattro puntini luminosi che gli facevano da corteo, ho capito bene che c'era un fuori programma. Ricordando quello che avevo letto nei libri d'astronomia, e facendo 2+2 non ho potuto che esclamare "Cacchio, ma questo è Giove con i suoi satelliti galileiani!!". Inutile aggiungere che il resto della serata è volata nell'osservazione del gigante gassoso, ed anche nei giorni successivi sono tornato spesso su Giove, scoprendo tra l'altro la delicata armnoisità dell'ammasso del presepe, che distava, in quel periodo, pochi gradi dal pianeta. Osservare tale corpo celeste è stata un'utilissima scuola di utilizzo del telescopio: ho imparato ad impiegare, in ogni serata, un certo oculare al posto di un altro, in relazione al seeing, ho appreso che i filtri (specie quello blu e verde) sono ottimi per evidenziare certi particolari atmosferici, ho imparato a guardare di sbieco per catturare qualcosina di più dal mio strumento.
Per quanto riguarda l'esperienza osservativa senza ausili ottici, concordo con Giusi, in quanto di sicuro quella che mi è rimasta più impressa è stata l'eclisse di sole del 1999. Pur non trovandomi in un'area da cui l'evento poteva essere ammirato nella sua totalità, l'esperienza, per condizioni climatiche ed ambientali resterà, penso, unica. Mi trovavo in vetta al massiccio dolomitico del Sella,in Trentino Alto Adige, presso il rifugio Boè (chi mastica di montagna saprà senz'altro dov'è..), e una coltre di nubi basse avvolgeva la montagna. Per fortuna sopra il cielo era sereno, e le nebbie si diradavano, di tanto in tanto, mostrando un pallido sole già schermato, che via via spariva inesorabilmente. La nebbia svolgeva uno schermo così efficace che si sarebbe potuto osservare, per brevi istanti, l'evolversi dell'eclissi anche senza protezioni. Comunque io mi gustavo il tutto in sicurezza, con il mio vetrino da saldatore, l'evento, con l'astro che sbucava di tanto in tanto dalle nubi, sempre più nero. Al momento topico dell'eclissi,verso mezzogiorno, mentre uno strano blu notte si notava verso i cieli dell'Astria (dove l'evento fu totale), la nebbia s'infittì ed il freddo si fece pungente. Il sole (eclissato al 96%) e la nebbia creavano un crepuscolo irreale, in cui tutto taceva, anche le voci dei tanti escursionisti giunti fin lì per osservare l'evento. Per qualche minuto fu praticamente buio, poi il freddo pungente sciolse in pochi minuti le nubi basse, che caddero al suolo in una miriade di piccoli aghi di ghiaccio. Il sole, sebbene ancor coperto per un buon 70%, emanava già una luce intensa, anche se più pallida di quella consueta. Il cielo era azzurrissimo, come se fosse passato un temporale per lavarlo. Una delle tante meraviglie della natura si era espressa, in quel breve arco di tempo, al massimo della sua potenza, lasciando un ricordo indelebile nella mia memoria. Credo che contemplare la grandiosità di tali eventi sia già un buon motivo per dare uno scopo alla nostra vita!
Buona giornata a tutti
Sergio
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