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 "Il Salotto di Urania"
Autore: ANTONIO (---.tim.it)
Data:   06-04-03 14:06

Carissimi,

Eccoci di nuovo all'appuntamento settimanale con il "Salotto di Urania".

Nelle precedenti settimane abbiamo parlato delle nostre rispettive esperienze di astrofilo, deel primo libro di astronmia ed infine del nostro primo strumento.

Come avrete notato sono argomenti tra loro collegati che alla fine del puzzle ci offrirà uno spaccato della "vita di un astrofilo".

Lo spunto per l'argomento di questa settimana mi è stato fornito da Michele con il suo resoconto della nottata osservativa: l'ho trovato molto interessante sia sotto il profilo tecnico-scientifico, sia descrittivo.

Pertanto invito tutti voi a narrare l'osservazione astronomica che ricordate con più "affetto" ed anche di quelle che frequentemente svolgete insieme ad altri amici astrofili.

Personalmente è diverso tempo che non "esco": l'ultima è stato a Campo Felice ove ho incontrato Alfonso ed il suo amico, ma purtroppo il tempo nuvoloso non ci ha consentito di dare "luce" ai nostri telescopi.

Andando indietro nei ricordi l'osservazione a cui sono molto legato è quella che svolsi a Cluny, in Francia.

Ricordo ancora la forte emozione che provai quando vidi in lontananza l'irto è possente campanile della storica abbazia che dominava tutta la campagna circostante coltivata a vigneto.

Finalmente, dopo quasi vent'anni, avevo coronato il mio sogno di percorrere le possenti mura di questa storica abbazia medioevale che per grandezza e potenza era seconda solo alla sede Pontificia di San Pietro.

Nonostante che abbia subito nel corso di oltre mille anni incendi distruzioni e demolizioni che avevano ridotto l'abbazia ad un ammasso di rovine, ancora si avvertiva la sua grandiosità sia architettonica che religiosa.

Camminando tra le antiche mura perimetrali potevo ammirare le rovine delle antiche e possenti colonne di pietra su cui i monaci cluniacensi avevo eretto questa abbazia a lode dell'Altissimo.

La sua autorità sia spirituale che temporale si estese per gran parte della Francia e su alcune abbazie poste sul territorio basco.

Cluny divenne un grande centro sia religioso che culturale per tutto il Medioevo ed i suoi abati ebbero una grande autorevolezza in quanto rispondevano del loro operato solo al Pontefice di Roma.

Rileggendo i miei appunti di viaggio e rispolverando le mie sensanzioni, dopo la visita a questo importante sito della Cristianità medioevale, mi diressi con il camper in direzione del campeggio che si trovava su di una collinetta da dove era possiible osservare le mura del complesso abbaziale su cui dominava il possente campanile.

Giunse la sera è Cluny mi donò un bellissimo tramonto in cui il Sole, immerso in un arcobaleno di intensi colori, lentamente reclinava il suo sguardo per cedere il passo agli astri del cielo estivo.

Quando mia molgie ed i ragazzi andarono a riposare, presi il mio telescopio: un 114 newton della Konus, lo montai in pochi minuti, rivolsi la montatura verso il nord, mirai con il puntatore alla polare ed iniziai ad osservare l'indimenticabile cielo stellato che si poneva innanzi ai miei occhi: il cielo era più basso. rispetto alla nostra latitudine è quindi avevo la sensazione che la Via Lattea mi avvolgesse con il loro luminescente mantello di stelle.

Il mio sguardo era rapito: l'orizzonte si estendeva in tutta la sua circonferenza: vedevo sopra di me brillare le stelle del Firmamento; mentre, alla mia destra, le osservavo le avvogenti luci illuminare il suggestivo campanile dell'abbazia.

Ero felice,al punto di piangere di gioia:potevo contemplare circondato dalla storia e dal mistico fascino che emanava Cluny, la maestosità dell'Universo stellato.

Puntai subito lo strumento verso Giove: vidi la giocosa disposizione dei suoi satelliti medicei simili a delle piccole sfere celesti che luccicavano sullo sfondo del vellutato cielo di Urania.

Rimasi estasiato, come sempre d'altronde, nel vedere l'immagine, anche se piccola,le aranciate bande del grande pianeta gassoso.

A quel tempo come oculari avevo dei semplici ploss, non possedevo ancora l'attuale armamentario di oculari e di accessori.

Passai ad osservare Saturno, un pò più basso rispetto a Giove, è ne osservai attentamente il suo evanescente anello di detriti, di polveri e di ghiaccio.

Scorgevo anche la celebre divisione di Cassini, ma null'altro, date le limitazioni dello strumento.

Poco dopo si avvicinarono alcuni campeggiatori tedeschi incuriositi dalla mia attività osservativa: mi chiesero cosa osservassi è risposi loro che stavo osservando i due corpi celesti più grandi e suggestivi del nostro Sistema Solare.

Li feci osservare al telescopio e subito dopo puntai l'ammasso di Ercole nella celebre costellazione.

Ricordo che rimase di stucco, quando videro quell'intenso condensato di gemme che formano M13.

Diedi loro delle spiegazioni in lingua inglese e diressi lo strumento verso il triangolo estivo puntando Vega: un diamante !

ma la grande merasvilgia degli astanti fu quando feci osservare loto la celebre nebulosa avvolta dal suo lattinescente anello.

Il viaggio proseguì ancora con la doppia di Albireo e con altri oggetti del cielo estivo.

Infine tornai Giove ove ebbe termine questo intenso e suggestivo randez vouz nel cielo stellato di Cluny.


a voi la parola.

antonio

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 Re:
Autore: Giusi 
Data:   06-04-03 15:19

L'osservazione astronomica che mi ha coinvolta di più è stata l'eclisse di sole del 1999. Ero nei pressi di Salisburgo, mi pare, con un amico. Siamo partiti in macchina che era tutto nuvoloso e io non ci contavo per niente di vedere l'eclissi e non credevo neanche di perdermi chissà che. Abbiamo girato un bel po' in macchina cercando squarci tra le nubi e dirigendoci attraverso stradine semi deserte. Siamo arrivati ad un laghetto ma ci siamo fermati per poco, col dubbio che si sarebbe rannuvolato anche li. Dall'altro lato del lago ci siamo fermati, perchè ormai era arrivato il momento, e siamo saliti su una collinetta. Era tutto libero sopra di noi. La luce riflessa intorno a noi diventava sempre più strana, di un giallo irreale. C'era un gruppetto di persone li che guardava con noi ma giù, sulla stradina, c'era gente che continuava ad andare in macchina come se niente fosse e io me ne stupivo molto, persino nel momento culminante lo fecero accendendo indifferenti i fari. Poi il cielo si arrossì e divenne sempre più scuro. Era bellissimo con le montagne da un lato e le luci che si accendevano intorno al lago, non avremmo potuto trovare un posto più bello per vedere quel momento così raro. Ho guardato tanto il sole quanto quello che succedeva intorno perchè era incredibile e non volevo perdermi un solo secondo di quel momento.
Non riesco più a ricordarli benissimo quei momenti, avrei voluto che mi rimanessero ben impresse dentro quelle belle sensazioni che avevo provato.. Ricordo però mentre mi veniva da piangere per l'emozione e dopo, mentre tornavamo in macchina, avevo la fermissima convinzione che quell'eclisse fosse la cosa più bella che avevo visto nella mia vita, e ne sono convinta tutt'ora perchè non ho più provato niente si simile.

___________________________________

A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi
si rialza e continua per la sua strada.
- Winston Churchill -

Invia modifica (06-05-03 11:58)

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: ANTONIO (---.tim.it)
Data:   06-04-03 16:37

gIUSI,
MI RAMMARICA SOLO UN PARTICOLARE DEL TUO INTENSO E' SUGGESTIVO RACCONTO: NON ESSERCI STATO ANCH'IO INSIEME A TE!

UN BACIO

ANTONIO

PS GENERALMENTE NEL MESE DI GIUGNO NON MANGIO GLI UMANI, MI CIBO SOLO DI VERDURE E DI FRUTTA: PER TE POTREI FARE UN' ECCEZIONE:VUOI METTERMI ALLA PROVA?

ANCORA UN AFFETTUOSO SALUTO E BRAVA, COSI' MI PIACI!

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: Luigi (---.fastres.net)
Data:   06-04-03 17:33

Torniamo indietro nel tempo…
Sono astrofilo da 3 anni (ne ho 19), ma ho sempre usato il mio piccolo riflettore Vixen R100-S dai balconi di casa, accontentandomi di esplorare il cielo da Torino. L’anno prima sono stato in vacanza all’isola d’Elba, portando con me tutto il necessario per fare le mie prime foto astronomiche. Non avevo ancòra il cannocchiale polare, ma per fare foto con gli obiettivi della reflex senza collegarla al tubo del telescopio pensavo bastasse uno stazionamento approssimativo. Non è così. Tutte le foto sono mosse, tranne alcune centrate sulla nebulosa Nord America. Mi rifarò, pensai.
Così feci.
Trascorre un anno.
Luglio 1987. Decido di acquistare il cannocchiale polare con le mie sole forze. Vendo porta a porta prodotti per la casa fino a che raggiungo la cifra necessaria. Non voglio soldi, voglio solo il cannocchialino di puntamento polare desiderato per mesi.
Arriva l’agosto del 1987. Parto per andare in vacanza al paese natio dei miei genitori, in Lucania. Stigliano, in provincia di Matera, un paese situato a 1000 metri di quota tra i calanchi tipici di questa regione. Vado a colpo sicuro. Ho trascorso molte volte, in questi 19 anni, le vacanze lì, ed ho ben impresso nella memoria il ricordo di quei cieli scuri, gli stessi cieli che, quando avevo 15 anni, mi spinsero a convincere mio padre a farmi comprare un piccolo cannocchiale 10x30 nell’unico negozio di ottica del paese. Lo strumento mi deluse, ma l’amore per le stelle si era annidato in me per sempre.
Arriva la prima notte. Il luogo di osservazione dista dal paese circa 5 chilometri. Si tratta del piazzale di fronte alla casa di campagna di un mio parente. Nessuna luce, solo lo scintillio distante di alcuni piccoli centri abitati.
Vivo il lungo crepuscolo con trepidazione, montando il riflettore sul quale ho adattato una piastra di legno autocostruita per il fissaggio della reflex. Intendo fare solo fotografie di vasti paesaggi stellari, e non riprese al telescopio.
Eseguo lo stazionamento e aspetto.

Sono le 21. Le prime stelle fanno capolino, e Giove già da tempo splende alto nel cielo.
Il buio prende corpo, e quando si fa completo ammiro lo spettacolo naturale più bello che mi sia capitato di vedere sino ad allora. Ho la schiena percorsa da brividi in sequenza, la bocca aperta. Sembra di trovarsi all’interno di un planetario, quando il Cicerone dice: “…e questo è il cielo stellato quando non esiste inquinamento luminoso”.
Non esagero dicendo che ho vissuto la sensazione tangibile di poter afferrare gli astri con le mani: era come averli ad un centimetro dal naso.
La via lattea, densa ed immensa, ha l’aspetto di una sciarpa cosmica. Quasi è difficile immaginarla formata da stelle.
Saranno le 23.30, e non mi sono ancòra mosso. Sono come paralizzato dalla meraviglia. Riesco solo a spostare il tubo tra una foto e l’altra, e a decidere quale porzione di cielo inquadrare ed a qualii tempi di esposizione usare.
Il seeing è ottimo (Antoniadi 1, mai vista una cosa simile!)
La visione di tutte le nebulose, gli ammassi aperti e globulari che l’occhio semplicemente nudo riesce a raggiungere mi regala una gioia indescrivibile, la bellezza è tanto grande da commuovere. Mi appaga così tanto questa visione che uso pochissimo anche il telescopio, se non per qualche fugace occhiata (e che occhiata!) agli oggetti estivi più comuni. Mi serve più che altro per guidare le esposizioni (ma vi confido che oggi, a 15 anni di distanza, non mi comporterei allo stesso modo…)
Le ore volano, ed il crepuscolo mattutino si approssima. Le costellazioni invernali lottano contro i primi barbagli di luce solare per regalarmi le ultime gioie di quella prima notte (ne seguirono molte altre!). In una diapositiva, esposta sul finire di quella notte, è impressa l’elusiva nebulosa California, alta pochi gradi sull’orizzonte est.

Non ho mai rivissuto quel senso di stupore, né trovato un cielo tanto limpido (anni dopo lo stesso luogo sarebbe stato “aggredito” dalle luci delle abitazioni di altri proprietari terrieri, allora assenti).

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: angelo (213.230.130.---)
Data:   06-04-03 19:25

Salve a tutti, rieccomi a voi.

Allora purtroppo io ho poco da raccontarvi, non è che abbia svolto chissà quante osservazioni e per di più per la maggior parte tutte da solo.

Ad ogni modo la serata più bella è quella che si è presentata in una sera di inizio marzo. Ero a casa mia, insieme a mia mamma (il papà purtroppo non ce l'ho più vittima di un incidente stradale 3 anni fa) mia sorella, mio cognato e i 2 miei nipoti. Allora ad un certo punto mia sorella mi fa: " Ma caro il mio bel fratellino ma come hai comprato il telescopio e non ci hai degnato neanche di una osservazione!!!" Al che, loro comunque stavano per andare, ho detto: "Dai se restate una ancora un'oretta faccio acclimatare il telescopio e vi faccio osservare Saturno che è bello alto all'orizzone" e mia sorella mi rispose:"Ok, non ci ho capito una mazza di quello che hai appena detto, ma restiamo". Allora il tempo di prendere il tubone del Newton (sì perchè ancora il C8 doveva arrivare) lo porto fuori da balcone in mezzo alle luci e lo faccio acclimatare per neanche una mezz'oretta perchè loro avevano fretta. Ebbene cari amici miei inizio a puntare verso saturno, non avevo neanche fatto lo stazionamento perchè non sapevo neanche cosa fosse, puntai Saturno direttamente alzando il tubone dalla leva che serve per impostare la latitudine del luogo di osservazione, pensate un pò in che condizioni ero. Eccolo lì, Saturno mi appare ben evidente nel cercatore, era fermo e immobile, il seeing era davvero al massimo della qualità visiva. Al che mi faccio passare l'oculare da 12,4mm e a 80x iniziamo a fare una breve osservazione di saturno, appena lo osservo rimango sbalordito dai dettagli che vidi quella sera a tal punto che difficilmente mia sorella riuscì a strapparmi gli occhi dall'oculare e le mie espressioni erano molto eloquenti:" Miiiii, non ci posso credere, cavolina, mai viste tanti dettagli su Saturno" e nella maggior parte delle mie occhiate mia sorella mi diceva che vedeva praticamente la mia bocca aperta appunto per testimoniare la mia somma sorpresa nel vedere tutto ciò. Al che ho passato la visione a mia sorella e poi a mio cognato e poi a mia mamma e poi ancora a mia nipote e tutti rimasero stupefatti. Ovviamente con la barlow quella sera riuscii ad utilizzare il massimo ingrandimento disponibile ossia di 320x ragazzi, avete capito bene 320x e l'immagine non perdeva neanche un pelino di qualità rispetto alla luminosità che avvertivo a 160x credetemi. Al che dopo circa mezz'ora di osservazione ho esclamato a mia sorella e mio cognato:"Quando venite di nuovo ad osservare col mio telescopio?, vista la fortuna che mi avete portato!!!"

Che voi ci crediate o no quella è stata la sera più propizia per una osservazione degna di essere chiamata tale, almeno per me!!!

Questo è quanto ragazzi.

Al prossimo appuntamento con "Il Salotto di Urania".

Angelo

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: alfonso (---.pool80181.interbusiness.it)
Data:   06-04-03 21:41

L’ esperienza osservativa che ricordo maggiormente è stata sui monti dell’ Umbria a quota 1500 m slm.
In realtà si è trattato di una gita con la mia famiglia e con la famiglia del mio amico Pino.
E’ stata un momento di evasione dallo stress quotidiano e una “ full immersion “ nella natura.
In pace con se stessi e col mondo.
C’ è da dire che le colline umbre, insieme all’ aria di serenità che ivi si respira e alla buona cucina del luogo
hanno fatto da ingredienti di questa scampagnata astronomica che si è conclusa sotto i cieli umbri ad ammirare
il Firmamento.
Nonostante nel pomeriggio il cielo era affollato da tanti nuvoloni verso sera un pò di brezza ha pulito l’ aria ed aperto il sipario su uno dei più belli spettacoli che la natura può concedere a noi esseri umani. E cosi il cielo si è presentato a noi in tutta la sua magnificenza. Era un tappeto nerissimo incastonato di tantissime stelle brillanti. Non ne vedevo cosi tante,ad occhio nudo, dalla mia infanzia, quando vivevo al mio paesello sui monti d' Abruzzo a quota 1050 m slm. Il luogo dell' osservazione era un pianoro alla quota di circa 1500 metri slm. Tutt' intorno degradava la montagna tranne a nord-ovest dove si saliva in cima ad un colle brullo alto altri 150 metri sopra le nostre teste. D'intorno tutto libero fino ai monti lontani all' orizzonte. Ho visto il " presepe " subito a fianco a Giove, tanti altri oggetti Messier e infine M 13 che era uno spettacolare
scrigno di stelle. Avevo portato con me il Celestron G8.
Il mio amico Pino col suo Meade Sc da 25 cm era pure lui indaffarato a cercare i più vari oggetti Messier.
Le nostre mogli e figlie con pazienza, oserei dire con interesse, partecipavano al nostro “banchetto” astronomico
E tra una chiacchiera e l’ altra non disdegnavano porgere i loro occhi nei nostri oculari. Di più, si dimostravano interessate a conoscere maggiori dettagli sugli oggetti che via via riuscivamo a “catturare”.
Devo dire che ricordo con grande piacere quei momenti di vita vissuta in un punto al centro della Penisola.
Ovvero nel cuore di questa nostra Italia che ha appena festeggiato l’ anniversario della Repubblica.
Come sapete io sono ancora alle prime esperienze in campo astrofilo, e mi sto impegnando al massimo.
Spero che io,i miei amici e tutti voi possiamo vivere sempre più esperienze del genere.
Ciao a todos.



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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: Leonardo (---.pool62211.interbusiness.it)
Data:   06-04-03 22:02

Che dire, io ancora non ho fatto molte osservazioni. Però il giorno della consegna del mio G8 è indimenticabile. La sera di quel giorno quando per la prima volta misi l'occhio all'oculare e vidi Giove non la dimenticherò mai. Quel giorno è speciale per me perchè ha dato al via a questo viaggio nell'astronomia e soprattutto perchè non finirà mai.

Ciao!!

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: SergioVI (---.98-62.inwind.it)
Data:   06-05-03 10:23

Anche per me vale lo stesso discorso di Leonardo, sto osservando da poco più di due mesi ma la serata che ricordo con più piacere è quella in cui puntai per la prima volta Giove. Era una nottata limpida e serena di fine marzo(di quelle che latitano in questo periodo, in cui il cielo è perennemente avviluppato in una cappa di foschia da calore..) , ed ero sul terrazzo di casa con un mio amico, intento a dare uno sguardo alla bella falce di luna crescente. La vista era stupenda sul terminatore, ma non rimasi folgorato da tale bellezza, perchè già pochi gioni prima, nell'atto di provare per la prima volta il mio mak da 127mm, avevo appreso quale vista m'aspettava. Il maledetto lampione, piazzato proprio davanti alla mia piattaforma osservativa, era stato sistemato dal sottoscritto alla meglio, posando con una lunga pertica un telo di plastica scura....roba che se mi vede un vigile urbano mi rifila una multa per occultamento di pubblica illuminazione (sarà reato???). Beh comunque provate ad osservare con quel "coso" antidiluviano, sprovvisto di benchè minima copertura, che irradia la sua lattiginosa schiera di fotoni tanto verso terra che verso il cielo! Comunque il killer del bel vedere era stato freddato e ci stavamo gustando la luna in tutto il suo splendore. Poi, ad un certo punto, il buon Fede (l'amico) mi fa :"Prova a puntare quella stella lì, alta nel cielo, sono curioso di vederla". Dall'alto della mia ignoranza a quel tempo (ora con Hallo Northern Sky non accadrebbe più) ho mirato quel punto luminoso, un pò più evidente di tanti altri, pensando di trovare niente di più che una piccola sfera di luce, un pò ingrandita e potenziata nella luminosità. Quando però ho gettato lo sguardo nell'oculare, ed ho visto un grande globo con due bande grigiaste ben evidenti, con quattro puntini luminosi che gli facevano da corteo, ho capito bene che c'era un fuori programma. Ricordando quello che avevo letto nei libri d'astronomia, e facendo 2+2 non ho potuto che esclamare "Cacchio, ma questo è Giove con i suoi satelliti galileiani!!". Inutile aggiungere che il resto della serata è volata nell'osservazione del gigante gassoso, ed anche nei giorni successivi sono tornato spesso su Giove, scoprendo tra l'altro la delicata armnoisità dell'ammasso del presepe, che distava, in quel periodo, pochi gradi dal pianeta. Osservare tale corpo celeste è stata un'utilissima scuola di utilizzo del telescopio: ho imparato ad impiegare, in ogni serata, un certo oculare al posto di un altro, in relazione al seeing, ho appreso che i filtri (specie quello blu e verde) sono ottimi per evidenziare certi particolari atmosferici, ho imparato a guardare di sbieco per catturare qualcosina di più dal mio strumento.
Per quanto riguarda l'esperienza osservativa senza ausili ottici, concordo con Giusi, in quanto di sicuro quella che mi è rimasta più impressa è stata l'eclisse di sole del 1999. Pur non trovandomi in un'area da cui l'evento poteva essere ammirato nella sua totalità, l'esperienza, per condizioni climatiche ed ambientali resterà, penso, unica. Mi trovavo in vetta al massiccio dolomitico del Sella,in Trentino Alto Adige, presso il rifugio Boè (chi mastica di montagna saprà senz'altro dov'è..), e una coltre di nubi basse avvolgeva la montagna. Per fortuna sopra il cielo era sereno, e le nebbie si diradavano, di tanto in tanto, mostrando un pallido sole già schermato, che via via spariva inesorabilmente. La nebbia svolgeva uno schermo così efficace che si sarebbe potuto osservare, per brevi istanti, l'evolversi dell'eclissi anche senza protezioni. Comunque io mi gustavo il tutto in sicurezza, con il mio vetrino da saldatore, l'evento, con l'astro che sbucava di tanto in tanto dalle nubi, sempre più nero. Al momento topico dell'eclissi,verso mezzogiorno, mentre uno strano blu notte si notava verso i cieli dell'Astria (dove l'evento fu totale), la nebbia s'infittì ed il freddo si fece pungente. Il sole (eclissato al 96%) e la nebbia creavano un crepuscolo irreale, in cui tutto taceva, anche le voci dei tanti escursionisti giunti fin lì per osservare l'evento. Per qualche minuto fu praticamente buio, poi il freddo pungente sciolse in pochi minuti le nubi basse, che caddero al suolo in una miriade di piccoli aghi di ghiaccio. Il sole, sebbene ancor coperto per un buon 70%, emanava già una luce intensa, anche se più pallida di quella consueta. Il cielo era azzurrissimo, come se fosse passato un temporale per lavarlo. Una delle tante meraviglie della natura si era espressa, in quel breve arco di tempo, al massimo della sua potenza, lasciando un ricordo indelebile nella mia memoria. Credo che contemplare la grandiosità di tali eventi sia già un buon motivo per dare uno scopo alla nostra vita!

Buona giornata a tutti
Sergio

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: Nico (---.dialup.tiscali.it)
Data:   06-05-03 20:09

Bellisimi racconti,
io purtroppo nn potrei scriverne uno xkè ogni volta che dò uno sguardo al cielo stellato è un'emozione!
Come scriveva Lucio Anneo Seneca:

-Se le stelle, anzichè brillare continuamente sul nostro capo, nn si potessero vedere che da uno solo punto della terra, gli umani nn ceserebbero di recarvisi, per contemplare e ammirare le meravilgie dei Cieli-

p.s. a SergioIV, sono molto centento che usi HNS come software, lo ritengo ottimo, ti farà piacere sapere che l'autore sta preparando una nuova versione con molte novità!

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 Re: "Il Salotto di Urania"
Autore: Luigi (---.fastres.net)
Data:   06-06-03 09:11

Ciao Nico, scrivi comunique una tua esperienza. Così facendo arricchiresti questa bellissima edizione del Salotto!

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