Autore: Horus (maurizio)
Data: 01-18-04 19:02
dal sito:
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=HUBBLE
Condannato a morte Hubble l’occhio dell’Universo
La Nasa ha cancellato gli Shuttle per la manutenzione del telescopio spaziale L’osservatorio «morirà» nel 2007. Polemiche in America: decisione avventata
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Le campane suonano a morte per Hubble, il telescopio orbitale che fu, ed è, uno dei massimi trionfi scientifici della storia umana. A due giorni dall’annuncio del presidente Bush che l’America manderà l’uomo su Marte, la Nasa rinuncia all’uso degli shuttle per il mantenimento dello straordinario osservatorio spaziale. La missione del 2005, indispensabile alla sua sopravvivenza, è cancellata; abbandonato, Hubble, il gioiello della moderna astronomia lanciato nel 1990 per aprire all’umanità le porte dell’universo, morirà probabilmente nel 2007. La rinuncia è resa pubblica dal direttore della Nasa, Sean O’Keefe, che l’ha decisa senza consultare nessuno, nemmeno lo scienziato capo, l’astronauta John Grunsfeld, un uomo che è stato cinque volte nel cosmo, tre su Hubble. Gli Stati Uniti e il mondo sono sorpresi e traumatizzati.
I MOTIVI - O’Keefe, un fido del vicepresidente Richard Cheney, attribuisce il sacrificio al problema della sicurezza degli shuttle. Dopo la distruzione del Columbia al rientro nell’atmosfera, un anno fa, e la morte dei sette astronauti a bordo, la loro corazza termica va controllata e se necessario riparata quando raggiungono l’orbita. Ma ciò è possibile sulla stazione spaziale, non sullo Hubble. In realtà la questione è un’altra, ribattono gli esperti. La Nasa ha soltanto tre shuttle che dovranno lavorare a tempo pieno per terminare, come stabilito, la stazione orbitale entro il 2010. Sebbene abbia uno scarso valore scientifico. Inoltre, il presidente Bush ha ordinato alla Nasa di stornare 11 miliardi di dollari dai finanziamenti alla ricerca per la conquista di Marte. La Nasa non può più permettersi di spendere mezzo miliardo di dollari per inviare uno shuttle allo Hubble.
LE PROTESTE - Alla stampa John Grunsfeld dice di essere pronto a salire sullo shuttle così com’è pur di mantenere il laboratorio orbitale in vita fino al 2010. Lamenta che cessi «il matrimonio perfetto tra la scienza e le esplorazioni spaziali». Gli fa eco Steven Beckwith, il direttore dell’Istituto Hubble: «Siamo devastati, è un giorno triste, per noi il telescopio è preziosissimo». David Spergel, astronomo dell’Università Princeton, tuona: «E’ uno spreco incomprensibile perché non perdiamo solo Hubble, lasciamo anche inutilizzate attrezzature a esso destinate per 200 milioni di dollari». La Nasa dovrà comunque spendere 300 milioni di dollari per fare cadere nell’Oceano il telescopio che originariamente doveva essere riportato a terra e messo in mostra al Museo Smithsonian con gli Apollo della luna: lo aggancerà con un razzo automatico, la data non è ancora stata fissata.
I RETROSCENA - Nessuno lo dice apertamente, ma ancora una volta la politica ignora le ragioni della scienza. Dopo l’entusiasmo per le fotografie scattate su Marte dalla sonda Spirit, e in vista della chiamata del Paese alle urne a novembre, la Casa bianca considera il progetto «pianeta rosso» una carta elettorale vincente. Inoltre, antepone alle scoperte nell’universo la cooperazione con la Russia per la stazione orbitale, che ha valenza anche militare e, forse, per lo sbarco su Marte. Accadde già con il presidente Richard Nixon, che rinunciò alle esplorazioni sulla luna a favore del laboratorio orbitale con l’Urss. L’Ue non ha più voce in capitolo: all’inizio, il suo contributo allo Hubble fu del 15%, ma oggi è di appena il 2%. La Nasa non costruirà più nessuno shuttle, si concentrerà su un razzo che possa raggiungere Marte con un equipaggio a bordo nel 2030.
LE SPERANZE - Pur ammettendo che potrebbe spegnersi prima, Beckwith spera che Hubble continui a funzionare oltre il 2007, e promette: «Faremo del nostro meglio perché i suoi ultimi anni siano i più gloriosi che la scienza abbia mai visto». Il direttore dell’Istituto sottolinea che la perdita dello Hubble non può essere compensata dai progressi dei telescopi a terra, che sono ostacolati dai raggi ultravioletti e infrarossi dell’atmosfera. Nel 2011 dovrebbe andare in orbita un altro telescopio, il James Webb: «Ma sarà diverso - dice Beckwith - servirà per lo studio delle galassie più lontane. Sognavamo che potesse lavorare in tandem con Hubble». E Marte? Nessuno alla Nasa osa contraddire il presidente Bush. Ma mentre la costruzione di una base sulla luna entro il 2015 appare possibile, la conquista del pianeta rosso entro il 2030 sembra difficile e costosa: 500 miliardi di dollari, più dell’attuale bilancio della difesa americana.
Ennio Caretto
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