Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data: 03-24-04 13:28
Carissimi,
Sono diverse settimane che il nostro "Salotto di Urania" è assente dal forum.
Motivo di tale assenza?
In realtà stavo riflettendo su alcuni aspetti interiori che riguardano il mio essere astrofilo e sul perchè esiste l'Universo così come lo vediamo e lo intendiamo noi.
Domande alle quali ho dato delle risposte, non certo esaurienti ed esaustive in quanto avvincono tutto il mio vissuto e con esso tutte le mie conoscenze culturali e scientifiche che formano ed alimentano il mio mondo speculativo dal quale attingo quotidianamente l'esprit della vita e della conoscenza.
Speculazione e conoscenza a cui aggiungerei la sperimentazione, ovvero la possibilità di osservare, valutare e dunque di comprendere ciò che mi circonda e mi avvvolge nella sua evanescente e lattinescente scia luminosa che gli antichi filosofi e matematici hanno chiamato Via Lattea.
Allora come oggi nulla è mutato, eccetto il Tempo, ma le sensazioni che provarono Platone ed Aristotele dall' Agorà di Atene sono le stesse che proviamo oggi quando il nostro sguardo è rivolto al cielo stellato.
Gli astri ci appaiono come lucenti gemme incastonate nel vellutato mantello di Urania le cui forme danno vita agli incantevoli asterismi celesti, prediletta dimora delle zodiacali figure zoomorfe e mitologiche del Pantheon astrale di Zeus.
E' il sottile filo di Arianna del Sapere che indissolubilmente ci conduce lungo il sentiero della conoscenza a suo tempo percorso dai grandi filosofi e matematici del periodo ellenistico e post ellenistico che si ripropone oggi a noi con tutto il suo immutato splendore e mistero alimentando anche in noi il desiderio della Conoscenza dell'Universo.
Platone, nel "Timeo" espone il suo pensiero cosmogonico basato sui cinque solidi regolari (poligoni), che a loro volta traggono origine dal pensiero di Democrito sugli atomi.
Sempre nel "Timeo" Platone parla diffusamente dei quattro elementi fondamentali che sono alla base del pensiero Cosmogonico ellenistico: Terra, Acqua, Fuoco e Cielo.
A riguardo Epicuro affermava che questi quattro elementi rappresentano i principali elementi che formano il Cosmo, ovvero l' Universo.
Noterete che tutto ci riporta ad una numerologia: il 3, simbolo per eccellenza della perfezione in quanto esso rappresenta la prima figura geometrica chiusa: il Triangolo!
Da questa rappresentazione geometrica nasce un'altra figura egualmente perfetta: il Quadrato!
Pitagora, infatti, sulla base delle conoscenze filosofiche e matematiche di Platone elaborò il noto "Teorema di Pitagora" che dice: "La somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale alla somma del quadrato costruito sull'ipotenusa".
In parole grossolane l'insieme di figure geometriche poligonali come, ad esempio, un ottagono, se uniamo i vertici da una linea notiamo che si forma una circonferenza, ossia un cerchio!
Ebbene, il cerchio è il simbolo della perfezione,ovverso l'unione tra il cielo e la terra che simbolicamente è stato rappresentato da Federico II edificando il noto castello a forma ottagonale di Castel del Monte.
Le torri sono otto e tutte di forma ottagonale, divise alla metà da un toro, ossia da una sporgenza che sottintende la divisione o confine tra il numero quattro, ovverso i quattro elementi epicurei (terra,acqua, fuoco e cielo), ed i quattro elementi superiori che nell'insieme formano l'ottagono e quindi il cerchio, ossia l'unione con tra il Cielo e la Terra che, nel caso specifico, rappresenterebbe il raggiungimento del percorso umano e filosofico verso la Conoscenza.
Tornando alla mia domanda iniziale di questa lunga dissertazione odierna, direi che provo osservando il Cielo una forte carica mistica non prettamente religiosa come comunemente s'intende, ma vedo attraverso il telescopio che, guarda caso, la lente o lo specchio sono di forma circolare, ossia perfetta, l'evolversi e l'elevazione del mio pensiero, della mia conoscenza, il sapere che osservo nell'apparente immutabilità del Pantheon astrale gli stessi corpi celesti che osservano i grandi filosofi e matematici, provando le stesse sensazioni che Galileo ebbe quando osservò la Luna, Saturno e Giove con il suo strumento.
Sensazioni ed emozioni che mi inducono sempre più a proseguire il sottile ma indistruttibile filo di Arianna della Conoscenza e della Speculazione interiore il cui fine lo trovo nel sommo Dante quando scrive nella Commedia: "Fatti non fosti a viver come bruti, ma per conoseguire virtute e canoscenza!"
antonio
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