Autore: alfonso
Data: 07-26-04 20:39
Grazie a tutti, Amici!
Sono molto contento di essere sempre con voi.
Piero, proprio in una di quelle letture che dicevo si parlava anche del quintetto di Stephan.
Per gli astronomi oltre che bello da vedere è oggetto di studio poichè le 5 galassie sembrano interagire tra loro.
Solo che dalle misurazioni effettuate una di esse è molto più vicina a noi delle altre 4 e quindi non può sussistere la supposta interazione.
Di seguito una interessante descrizione di questo famoso quintetto
dalla pagina:
http://www.otticademaria.it/astro/Costellazioni/stephan.html
<< Il Quintetto di Stephan (vedi immagine sul web) è un famoso gruppo di galassie apparentemente molto vicine tra loro, in Pegasus, vicino alla luminosa spirale NGC7331. Partendo dalla piccola galassia ellittica all’estremità occidentale, esse sono NGC7317, 7318A, 7318B, 7319, e 7320. Il grande interesse per il Quintetto di Stephan è dovuto al fatto che NGC7320 è dotata di un modesto red shift (meno di 800 km/s), mentre le altre quattro, tre delle quali mostrano i segni di un’intensa interazione mareale, hanno tutte un red shift di oltre 6.000 km/s. Se il red shift è sempre correlato alla distanza, la presenza di NGC7320 deve essere una proiezione casuale prospettica. Facciamo un po’ di storia: ne vale la pena, vista l’importanza assunta dal quintetto di Stephan nella polemica tra i fautori del modello standard (red shift di natura prevalentemente cosmologica) e fautori dello stato stazionario, o quant’altro.
Il 23 settembre 1876 E. Stephan (Osservatorio di Marsiglia) scoprì un gruppetto di quattro piccole “nebulose”, a stento visibili nel rifrattore da 80 cm. di cui disponeva. Di lì a qualche anno, le quattro nebulose vennero incluse nel noto catalogo di Dreyer con le sigle NGC7317, NGC7318, NGC7319 ed NGC7320.
In seguito il quartetto divenne un quintetto: si scoprì che in NGC7318 c’erano, in realtà, due oggetti. Quando il gruppo venne fotografato all’osservatorio di Monte Wilson, le cinque piccole nebulose si rivelarono come cinque grandi galassie che, dagli spostamenti verso il rosso dei loro spettri, risultarono lontanissime: 360 milioni di anni luce, secondo le più recenti valutazioni. In effetti le velocità radiali dalle quali erano state dedotte le distanze, erano risultate di 6700 km/s per tre delle galassie e di 5700 per la quarta; la velocità radiale della quinta, NGC7320, non era stata determinata. Quando, verso il 1960, venne ricavata anche questa, si scoprirono che era di appena 800 km/s. Dunque NGC7320 non poteva essere più distante di 40 milioni di anni luce: evidentemente, appariva vicina alle altre quattro solo per ragioni prospettiche. Ma un simile evento aveva solo 1 probabilità su 1000 di verificarsi e, piuttosto che accettarlo, molti preferirono pensare che la zona del quintetto di Stephan era stata sede di un’esplosione terribile, durante la quale un’intera galassia, NGC7320, era stata espulsa verso di noi. Ma, data la quantità di galassie e loro aggregazioni presenti nell’universo, 1 su 1000 è una percentuale così incredibile?
Intanto H. Arp aveva cominciato a considerare la possibilità dell’esistenza di spostamenti verso il rosso anomali e ritenne che questo fosse uno di quei casi. Ma gli spostamenti anomali da lui trovati erano sempre per eccesso, cioè molto più alti del valore che si sarebbe dovuto trovare per l’effetto cosmologico, quindi il valore normale, corrispondente alla vera distanza del quintetto, doveva essere quello di NGC7320 e gli altri quattro dovevano essere quelli anomali.
Esaminando più a fondo la zona, venne scoperto che ad appena mezzo grado di distanza dal quintetto di Stephan c’è una grossa galassia, NGC7331, che ha una velocità radiale di circa 800 km/s, proprio come NGC 7320, e nei suoi dintorni, dalla parte diametralmente opposta al quintetto, ha sei compagne minori con una velocità radiale di circa 6000 km/s, proprio come le altre quattro galassie del quintetto.
Arp concepì allora una teoria di insuperabile eleganza.
La grande galassia NGC7331 aveva espulso il quintetto di Stephan e il gruppo di galassie satelliti in direzioni diametralmente opposte e tutte queste galassie venivano ad avere spostamenti verso il rosso anomali, come conseguenza dell’esplosione, tranne NGC7331, galassia d’origine, ed NGC7320 che sarebbe ritornata al puro spostamento cosmologico, forse perché era stata espulsa più anticamente.
Arp trovò un eccesso di radiosorgenti vicine ad NGC7331, dalla parte del quintetto; componendo sei fotografie della zona, ottenute col telescopio Schmidt di Monte Palomar, scoprì una nebulosa che appariva collegare NGC7331 al quintetto di Stephan; fotografando con metodi di grande raffinatezza alcune zone H II in NGC7320 e in NGC7318 B, scoprì che due galassie dovevano trovarsi alla stessa distanza; infine scoprì un filamento debolissimo che da NGC7320 si dirigeva verso una zona nebulosa che risultò avere una velocità radiale di 6.000 km/s.
D’altra parte, già dal 1970 si stavano accumulando prove contrarie all’ipotesi di Arp.
Tammann aveva notato che proprio le splendide fotografie di Arp avevano mostrato NGC7320 risolta parzialmente in stelle, mentre le altre galassie non lo erano e dovevano essere dunque molto più lontane.
Lynds, attraverso osservazioni spettroscopiche estese su tutta la zona, trovò che tre galassie (NGC7320, NGC7331 ed NGC7343) avevano velocità radiali tutte intorno ai 1.000 km/s, mentre le quattro galassie restanti del quintetto e altre 17 galassie anonime della zona avevano tutte velocità radiali intorno ai 7.000 km/s. Non sembrava quindi sostenibile che oltre venti galassie avessero uno spostamento verso il rosso anomalo per far parte di un gruppo che, in realtà, era determinato soltanto da tre. Era più naturale pensare che ci fosse un gruppo distante, più numeroso, avanti al quale si proiettassero tre galassie più vicine, una delle quali, NGC7320, cadeva proprio di fronte a un gruppetto di quattro, formando il quintetto di Stephan.
Le cose stavano a questo punto quando, nel 1971, si verificò un evento di importanza tale da portare un contributo decisivo alle tesi degli avversari di Arp: in una delle quattro galassie controverse esplose una supernova: questa apparve in NGC7319 e fu scoperta da L. Rosino dell’Osservatorio di Asiago. Rosino poté ricavare la distanza della supernova e quindi quella della galassia NGC7319 nella quale era apparsa. Quella distanza risultò di 138 Mpc e, in ogni caso, non inferiore a 102 e non superiore a 175 Mpc. Il valore era in perfetto accordo con quello di 111 Mpc ricavato dall’ipotesi di uno spostamento verso il rosso puramente cosmologico.
Questo risultato sembrerebbe tagliare la testa al toro: Invece ancora si continua a discutere sugli spostamenti anomali delle quattro galassie e sul fatto se il quintetto di Stephan debba essere considerato un quintetto o un quartetto. Arp ha obbiettato che la supernova avrebbe potuto essere anomala ma è stato fatto osservare che questa anomalia dovrebbe essere veramente eccezionale per spiegare una differenza di 5 magnitudini, quante se ne richiedono per avvicinare NGC7319 alla stessa distanza di NGC7320. L’unico argomento che rimane valido a fronteggiare la prova contraria portata dalla supernova è quello delle zone H II.
Alla fine del 1972, un gruppo di radioastronomi francesi, usando un metodo nuovo per determinare le distanze delle galassie, trovò che NGC7319 dovrebbe essere a una distanza di 22 Mpc, cioè a meno del doppio di quella di NGC7320, per la quale fu confermata la distanza di 12 Mpc. Ma, come ha affermato Chamaraux, l’argomento della supernova, da solo, vale più di tutti gli altri messi insieme >>.
Abbraccio tutti.
Alfonso
- E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri; mai il futuro dell'umanita' potra' essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra.
Giovanni Paolo II -
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