Autore: AK47 (---.sn1.eutelia.it)
Data: 12-04-04 21:50
a) Le stelle virtualmente possono essere considerate a distanza infinita per cui e cone se ci arrivasse un solo raggio di luce che attraversando l'atmoefera terrestre incontra cellule di aria a densità diversa per cui subisce continue rifrazioni che si manifestano al nostro occhio come uno scintillio. Al limite, se òla stella è particolarmente luminosa, questo può manifestarsi come una continua variazione di colore dell'astro. Per i pianeti il discorso è dicerso. La loro distanza è relativamente piccola per cui anche il loro diametro non è trascurabile. Questo è il punto. Da un diametro non trascurabile ci arriva non un solo fotone ma moltissimi fotoni contampoeraneamente. Alcuni verranno deviati in un verso altri in un altro e la media è costante - salvo fenomeni di particolare turbolenza- (la cosa cambia radicalmente se non osserviamo l'oggetto ad alti ingrandimenti con un telescopio. li i fenomeni di turbolenza vengono accentuati ma rimangono funzione di molti fattori (tipo di strumento, diametro, ingrandimento i principali).
b) il colore rosso del tramonto è un'altro discorso. La luce del sole
al tramonto attraversa un notevole spessore di atmosfera e oltretutto attraversa gli strati più bassi e ricchi di polvere. La luce del sole in realtà si compone di un miscuglio di frequenze diverse che noi individuiamo come colori. Le frequenze da blu sono elevate e le corrispondenti lunghesse d'onda piccole (molto più piccole delle polveri dell'altmosfera che ostacolano il loro arrivo). Per le frequenze del rosso avviene il contrario. La bassa atmosfera si comporta come un filtro selettivo che ostacola le frequenze maggiori e lascia passare quelle minori. il risultato è un colore rosso.
Piero
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