Autore: marco (StarEnd) (---.30-151.libero.it)
Data: 05-15-03 15:29
Grazie Antonio per la "news"... solo una cosa
"...Come noto, lo studio della radiazione ultravioletta non è possibile effettuarla con i telescopi al suolo in quanto trattasi di una radiazione invisibile all'occhio umano a causa della loro elevata energia rispetto a quella della luce..."
Ora non si preciso a quale lambda lo strumento lavori, ma in effetti la regione delle radiazioni ultraviolette cade tra 10 e 380 nm (10-200 per l'UV lontano, e 200-380 per l'UV vicino, poi da 380 in su comincia la banda del visibile, che termina a 780 nm, ovviamente all'incirca..).
Le radiazioni UV sono radiazioni quindi molto più energetiche delle radiazioni che cadono nel visibile.
Però antonio non capisco bene quella frase... non mi sembra corretto dire che non sia possibile osservare dal suolo nello spettro dell'UV solo perchè non sono radiazioni che il nostro occhio percepisce, questo perchè il nostro occhio non è l'unico strumento, basterebbe un semplice sensore sensibile all'UV (un semplicissimo fotomoltiplicatore? non so se ha una sensibilità adeguata allo scopo) per darci il nostro segnale.. il fatto che non possiamo vedere col nostro occhio l'oggetto non è un problema.
Più che altro credo non si possano fare proficue osservazioni dal suolo in quanto l'atmosfera stessa si comporta come un efficiente filtro verso la maggiorparte dello spettro UV. é vero che parte della radiazione UV ci colpisce comunque (altrimenti non useremmo creme solari), ma è poca cosa rispetto alle necessità di uno strumento quale un telescopio. Del resto se la nostra atmosfera non filtrasse a sufficienza a questo puntio staremmo già tutti "arrostendo".
Il fatto che l'occhio non riesca a trasformare in segnali elettrici opportuni le radiazioni UV (quindi non ci permetta di vedere nell'UV) deriva essenzialmente dal fatto che quest'ultime radiazioni hanno una energia non adeguata a provocare le transizioni elettroniche corette e le modificazioni conformazionali adeguate delle molecole coinvolte nel processo visivo.
I tre tipi di coni utilizzano tre diversi fotopigmenti, costituiti da una proteina chiamata opsina, diversa per le tre molecole. Questae molecole di opsina sono legate ad una molecola di retinale, un terpene simile alla vitamina A. Il retinale ha un ampio sistema di elettroni delocalizzati, è quindi in gradi di assorbire fotoni in un particolare range di energia, e di passare in questo modo in uno stato eccitato, separandosi dalla opsina. L'opsina a sua volta subisce modificazioni conformazionali che sono quelle che generano il segnale elettrico che il cervello in seguito elaborerà. (fonte: "chimica analitica strumentale-metodi ottici", per tutti i particolari che non ricordavo più.)
Questo per visione a colori. Alla visione crepuscolare invece sono predisposti i bastoncelli, costituiti da numerosi strati circolari proteici; in questo caso entra in gioco una sola molecola, la rodopsina. Anche qui il segnale elettrico deriva proprio da una modifica della configurazione della molecola (che può esistere nelle due forme cis o trans).
Poi ovviamente le radiazioni UV producono danni al sistema recettivo dell'occhio proprio grazie alla loro energia, che è in grado di danneggiare i meccanismo (quindi a questo livello le molecole stesse) preposte alla funzione visiva. Ma qui non mi addentro, non sono un medico....
Questo riassumendo parecchio. Però il punto non era essenzialemente questo, ma bensì riguardava proprio le motivazioni per le quali non è possibile fare astronomia UV da terra... ho espresso il mio parere , fatevio sentire se avete idee :)
Antonio non era per fare il pignolo credimi, o per criticarti.. solo per discutere assieme e cercare di arrivare a capire le vere motivazioni...
Saluti a tutti.. :)
|
|