Autore: Gianluca Carinci (---.pool8257.interbusiness.it)
Data: 04-17-05 11:17
Il Vetril contiene ammoniaca, ed è proprio da evitare.
Fra i trattamenti ve ne sono anche di "duri", ideati per aumentare la resistenza delle superfici (all'abrasione, all'esposizione e... alla pulizia: si usano su superfici proprio per permetterne la pulizia periodica, magari per gli impieghi critici, come applicazioni mediche o militari).
I trattamenti di ultima introduzione sono "proprietari" (i costruttori non rilasciano specifiche): per quanto nella produzione di scala media e grande i materiali ei procedimenti "siano quelli", non si sa "come sono fatti": comunque il numero di strati è aumentato in buona progressione, e il pacchetto è sensibilmente più prono a esfoliazioni e deterioramento.
Inoltre mi sembra di avere letto sul flacone del Vetril (faccio anche io le pulizie in casa... anzi le faccio per lo più io...) che fornisce o lascia una sorte di "effetto scivolo" (lo chiamano effeto "slip" mi pare) o qualcosa del genere, per cui lo sporco "non attacca più"; aiutatemi a controllare meglio: nel caso, in quanto a depositi, qualcosa lascerà (magari delle sostanze aromatiche; intendo aromatiche non nel senso di "profumate").
Non è necessario ricorrere a soluzioni specializzate: fra l'altro, anche fra queste non mancano liquidi anche molto discutibili (tipicamente, in molti contemngono proprio l'ammoniaca).
L'isopropilico è la scelta secondo me migliore per gran parte dei casi: costa poco ed è efficace e sicuro.
Diversi siti riportano diverse procedure, dalle ricette della nonna ad altre più attente: resta comunque importante (a mio avviso):
- evitare i panni in microfibra sulle superfici ottiche più critiche (bene sui Ploessl economici e gli occhiali, ma sulle superfici di pregio vanno assolutamente evitati: mi meraviglio che si trovino in commercio dichiaratamente per le ottiche di precisone per astronomia)
- la pulizia delle superfici più ampie "in soldoni" andrebbe fatta rimuovendo la polvere con una pompetta, per poi bagnare la superficie con un buon detergente (bene l'isopropilico, purchè senza contaminanti/coloranti; va bene anche un po' dilutito in distillata), lasciando il tutto agire un po' e rinnovando con qualche goccia per evitare che il detergente nel frattempo evapori; si effettua quindi un "dragaggio" con una cartina imbevuta, tenuta per due angoli (bene anche una salvietta adeguata: lascia pelucchi ma si può poi rimediare velocemente con la pompetta).
I movimenti dovrebbero essere paralleli ad un diametro (per trascinare via, fino al bordo e oltre l'isopropilico con in soluzione lo sporco e per non passare più di una volta sulla stessa zona). La procedura si ripete qualche volta se necessario.
PRIMA, se la pompetta non ha tolto tutto il materiale, un pennellino aiuta a raccogliere le particelle in qualche modo "aderenti" alla superficie (quelle più grandi di fumo per es.; esiste anche un tampone grabber per le particelle di resina etc., ma è un caso un po' estremo).
Le superfici più piccole (oculari) si puliscono più semplicemente con pompetta (meglio) o un pennellino (martora/cammello: meglio se per ottica).
C'è da dire che i pennellini hanno la simpatica tendenza a raccogliere sporcizia in giro per giorni interi, e poi depositarli nei cinque minuti della pulizia sulle lenti: io preferisco, finchè possibile, la pompetta. Dopo aver rimosso la polvere, una salvietta imbevuta deterge i depositi lasciati dalle ciglia.
In sintesi: prima via la polvere, con pompetta o pennellino, poi i depositi con detergente. Sui depositi metallici non protetti la pulizia è inevitabilmente detrimente; su quelli protetti molto pericolosa: in ogni caso va limitato il contatto fisico (pennello, salviette); nessun supporto va poi premuto: il pennello rotola le particelle sulla superficie e già non fa bene.
Da evitare anche bombolette di aria/azoto pressurizzati.
I pennellini da fotografo (con pompetta) pompano poco e hanno un ciuffo sospetto in quanto a contaminazione.
Questo in linea di principio: variazioni sul tema secondo gusti e costume preferito: alla fine si tratta di usare detergenti sicuri e di evitare il contatto quanto possibile e di usare ricette troppo personali o da praticoni.
C'è da dire che su un ploessl economico per le serate aperte al pubblico può andare bene anche lo scottex: sull'oculare Zeiss magari no.
Poi esistono tutta una pletora di accessori/gadget più o meno pratici, ma un po' di inventiva può fare risparmiare tempo e soldini (per la pompetta va benissimo una peretta da clistere; l'acool isopropilico si trova in fusti da 5 a 200 litri a costi molto bassi...).
Clear Skyes
Gianluca
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