Autore: Marco (StarEnd) (---.30-151.libero.it)
Data: 06-20-03 14:11
Saluti signori.... giusto per animare un po' il forum e distrarvi piacevolmente (si spera), vi posto un brevissimo racconto di sf che ho scritto poco tempo fa, spero sia di vostro gradimento, buona lettura :D
(scusate se non è il massimo, ma non sono un granchè come scrittore ehehe... non ancora ;PPPPPP )...
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L'ALBA DOPO IL TRAMONTO
"Il cielo era grigio, carico di umidità, ma una forte luminosità permeava l’ambiente circostante, nonostante il sole fosse prossimo a tramontare.
Il colore del cielo creava un magnifico contrasto col verde intenso della vegetazione; lui guardava la cima di quella che poteva ricordargli una betulla, ondeggiare placidamente al vento.
L’odore…. L’odore della pioggia appena passata riempiva ancora l’aria, e presto sarebbe tornato il bel tempo. Ma lui non voleva il sole, amava il grigio del cielo e il verde delle piante.
Quei colori erano lo specchio della sua intimità, della sua anima, quella di un uomo abbandonato su un pianeta ai remoti confini della galassia; il grigio della solitudine pulsante e il verde intenso della sua umanità, del suo bisogno di amore.
La sua “caverna” era vecchia e decrepita quanto il suo spirito, ormai appassito da tante albe e tramonti alieni.. non sarebbe più tornato, lo sapeva questo.. la sua triste speranza era ormai affievolita quanto le pile a fusione che era riuscito a portare con se, tanti, tanti anni fa…
Da qualche parte, a Nord della sua “casa”, giaceva ancora il relitto della sua scialuppa, ormai coperto interamente dalla vegetazione locale.
Erano passati ormai 3 anni dall’ultima volta che era tornato sul posto dell’atterraggio, ma dopo l’ultima volta aveva deciso di non farlo mai più; ogni volta un dolore, profondo come l’universo, lo assaliva.
La notte osservava il cielo, sempre. Amava anche le stelle, così raggruppate in schemi e disegni a lui sconosciuti, come se avessero voluto parlargli in una lingua a lui incomprensibile. Stelle così sole nel vuoto cosmico. Sole come lui.
Forse questa notte sarebbe stata l’ultima, forse sarebbe riuscito a salire verso le stelle, e sarebbe brillato anonimo in un firmamento eterno, insieme a loro.
Guardò le pile ormai prossime ad esaurirsi, dopo così tanti anni; spense i radiatori di calore, e si stese sul suo giaciglio, guardando ancora una volta quel cielo che era la sua unica compagnia; le stelle sembravano chiamarlo. Si addormentò sereno e forse, per la prima volta nella sua vita, davvero felice.
La mattina dopo un’alba mesta gettò la sua luce sulla terra ancora umida, ma più nessuno, questo nuovo giorno, sarebbe stato li per osservarla."
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