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 Notte fra il 21/22 giugno
Autore: Angelo (212.141.247.---)
Data:   06-22-03 12:00

Cari amici, stanotte ho potuto condurre l'osservazione più lunga in assoluto essendo uscito da casa col tele alle 22:15 e avendo finito alle 4 del mattino.

Ho iniziato le osservazioni alle 23:45 circa dopo aver fatto acclimatare il tele per un'ora e 15 minuti abbondanti.

Il seeing era davvero buono e analizzando velocemente la figura di airy questa era quasi completamente visibile, anche se alcune volte potevo osservare delle degradazioni del seeing ma erano brevi.

Ad ogni modo ero uscito con l'intendo di osservare Marte e nel frattempo di andare a caccia di qualche ammasso globulare, data l'assenza della luna.
Purtroppo, pur essendomi storpiato la schiena in posizioni da contorsionista per cerca in ercole M13, i risultati sono stati deludenti in quanto non l'ho beccato e non sono riuscito a beccare neanche M3 3 M5 nei pressi di Arturo.

Al che mi sono dato ad eseguire un centraggio ottimale del cercatore per passare un pò il tempo, visto che di oggetti più deboli in quelle condizioni non se ne parlava proprio di cercarli. Allineato al massimo il mio 9x50 ed essendo ancora alle 00:30 circa ho eseguito uno star test approfittando del buon seeing (credo II ad occhi chiusi). Butto l'occhio sull'orologio e sono di già le 2 di notte ma marte non è altissimo ma comunque gli do un'occhiata dapprima col vixen LV 15 a 133x e rivela pochissimi dettagli, anzi quasi inesistenti, sumento poi la magnificazione portandola a 250x con il nuovo oculare Vixen LVW da 8mm e riesco a distinguere nettamente la calotta polare devo dire proprio massiccia, ma di altro pur aumentando gli ingrandimenti a 320x non sono riuscito a scorgere se non una piccola linea (ve la dico così perchè non so cosa fosse, più tardi consulto una mappa di marte e vedrò) nei pressi della calotta ma più in basso, un segmento di circa 1/3 del diametro di marte di un colore blu ma poco percettibile.

Ho continuato ad osservare la calotta fino alle 3:40 circa dando anche qualche occhiata sulla luna anche se bassa e leggermente tremolante.

La collimazione era perfetta mi chiedo come mai non riesco a vedere nessun dettaglio su marte.
Spero che almeno a voi altri vada meglio, ma io sono alquanto deluso.

Aspetto con ansia le vostre considerazioni

Angelo

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: Marco (StarEnd) (---.30-151.libero.it)
Data:   06-22-03 13:53

Anche io ieri sera era on montagna ad osservare.. la serata prometteva, bene, il seeing era molto buono, peccato percò che un po' di nubi abbiano solcato il cielo verso le 23.30 (che fortunatamente sono sparite verso la mezzanotte).

Anche il mio obbiettivo era marte, ma non ho resistito al sonno, e alle 00.30 circa son tornato a casa.. mi spiace, ma non ce la facevo più davvero a tenere gli occhi aperti.
Alla fine nel corso nell'attesa (inutile) del pianeta rosso mi sono dedicato a quale ammasso, come ad esempio M13 e M92, e a sdoppiare le doppie nella Lira (sai che difficoltà...).... purtroppo sono rimasto un po' deluso dal non essere riuscito a rintracciare M51, la famosa Whirlpool galaxy, sarà che mi si chiudevano gli occhi dal sonno eheh (o forse perchè pretendo troppo dal mio Mak 90 mm ? eheh ;P ). E' stata alla fine una piacevole serata, ma con Marte mancato, zigh...

Angelo, sinceramente non so cosa dire in merito alla tua osservazione. Anche perchè bisognerebbe essere insieme per poter valutare la visione.. sai, a volte ci si aspetta più del dovuto e si rimane delusi, non sto dicendo che sia il tuo caso, ma capisci che fare valutazioni a "distanza" è un po' azzardato...
Comunque sia alle 2 di notte Marte è un po' bassino all'orizzonte (solo 11°), quindi la sua luce deve attraversare uno strato più spesso di atmosfera, con tutto ciò che ne consegue. Senza considerare la luce residua della luna "vicina" che da un po' di fastidio.
A tutto questo si aggiunge l'elusività intrinseca di questo pianeta, questo è l'anno di Marte è vero, e fra poco ci sarà la grande opposizione, ma rimane sempre un pianeta restio a fornirci molti dettagli della sua superficie...

COme vedi ho detto tutto ed ho detto nulla.. perchè? Perchè da quanto ci dici (accidenti devo smetterla di parlare come un esperto, quando non lo sono affatto eheh :) ), dicevo, perchè a quanto ci dici non hai commesso nessun "errore" tecnico nell'osservazione,. quindi non saprei trovare una spiegazione così immediata al tuo "disagio" osservativo.
Bisognerebbe essere li accanto per valutare contenporaneamente la visione.

Comunque Angelo, credimi, mi meraviglia di più il fatto che tu non sia riuscito a rintracciare M13 più che il non aver visto molti dettagli su Marte :D
(con tutto il rispetto, intendiamoci). Del resto si sa quanto marte si "sveli", poco, davvero poco.... :)

Ti consiglierei a questo punto di impratichirti con lo star hopping e con i più facili messier, e aspettare ad osservare Marte in modo più proficuo almeno fra un mesetto.. sinceramente una dui queste sere attenderò marte per dargli una occhiata preliminare, ma solo una serata, non dedicherò notatte preziose al pianeta rosso fin quando non sarà più agevole da osservare (e più in alto all'orizzonte, in pratica fra un mesetto)... poi va be, magari sbaglio a dire queste cose (in tal caso siete autorizzati a farmi del male ehehe ;P ).

Saluti Angelo e saluti a tutti :)
Marco

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: alfonso 
Data:   06-22-03 14:31

Io la notte del 21 ho osservato Marte insieme a Maurizio ( Capo... ).
LUi col C9 1/4 io col nexstar 4.
Ebbene posso dirvi che le immagini offerte dai due strumenti erano notevolmente diverse.
Ricordo che il C9 e 1/4 è un SC da 235 mm e il nexstar 4 un MC da 102 mm.
Il C9 offriva la visione netta di una superba calotta polare ma nessun dettaglio della superfice. Sia la calotta sia la superfice restante erano di un bel bianco brillante senza sfumature apprezzabili.
Col Nextar 4 invece( come appare dal report che avevo allegato nel mio post ) non vedevo affatto la calotta polare ma vedevo abbastanza nette le sfumature di colore della superfice. Come un ragnetto a tante zampe che si trovava sul disco del pianeta. Queste sfumature erano incostanti, apparivano e sparivano.
Quindi c’è grande differenza da uno strumento e un altro nella resa.
Non ho detto nel mio report precedente che ho osservato col nexstar 4 con un oculare LVW da 13 mm e anche con due filtri ( rosso e giallo ). Col rosso i dettagli del pianeti tendevano a confondersi, perché diminuiva troppo la luminosità del disco, col giallo invece risaltavano abbastanza netti.
I dettagli del pianeta comunque erano ben visibile anche senza filtro giallo.
Con lo stesso oculare abbiamo osservato la luna sia col C9 che col Nexstar 4.
Devo dire che il N4 dava un’ immagine più limpida e più contrastata del C9. Secondo i miei gusti, preferivo l’ immagine lunare del N4 rispetto a quella del C9.
Gli esperti di ottica ( e di ottiche telescopiche ) spero ci spiegheranno le differenze notevoli che esistono tra le varie configurazioni.
Perché col C9 si vede la calotta polare e non i dettagli del disco mentre col N4 non si vede la calotta polare ma si vedono i dettagli della superfice di Marte?
Ciao.

- E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri; mai il futuro dell'umanita' potra' essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra.
Giovanni Paolo II -

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: Marco (StarEnd) (---.30-151.libero.it)
Data:   06-22-03 14:49

Già, bella domanda.. apsettiamo un risposta ;)
Saluti;Marco... :)






"....L'è pussèe facil girà el muund, ciapà pesciaad dè la mia umbria, che restà che insèma de te, e brusà questa futugrafia..."

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: angelo (212.141.245.---)
Data:   06-22-03 16:16

Ciao alfonso, leggere il tuo post mi ha sollevato tantissimo sai perchè così sono sicuro che le mie ottiche funzionano bene.
Come hai letto anche io scorgevo benissimo la calotta polare come se fosse un cappellino posto sulla superficie di marte.

Il colore che osservavo io era di un gialletto un pò spento ma la calotta si vedeva abbastanza staccata con alla base una specie di cerchietto nero che la staccava dalla superficie ma questo cerchietto era piccolissimo quanto bastava per evidenziare la calotta delimitata sulla superficie.
Il suo colore era più chiaro rispetto a quello della superficie e quindi netto ed evidente.

L'unica cosa che sono riuscito a scorgere è stato questo segmento, che probabilmente era un "braccio" del ragnetto che sei riuscito a scorgere tu con il tuo N4.

Detto questo, stasera vorrei riprovare con m13 ed m57, du soggetti abbastanza facili che fin'ora non sono riusciti mai a beccare. Ma devo recuperare il sonno perchè ne ho solo 3 ore e mezzo all'attivo altrimenti crollerò sul telescopio stanotte.

Volevo ringraziare Marco starEnd per la sua preziosa email.

Grazie a tutti come sempre per il vostro sostegno reciproco.

Angelo

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: alfonso 
Data:   06-22-03 16:45

Dal sito seguente:
http://pianeti.uai.it/italian/impara.htm
vi riporto alcune tecniche di osservazione dei pianeti.
Ho visto che ci sono risposte anche al mio quesito precedente, come mai strumenti diversi danno immagini cosi diverse. Ricordo inoltre che io e Mau eravamo rimasti senza energia per i motori e quindi inseguivamo manualmente il pianeta. Alla fine abbiamo scoperto che conveniva posizionarlo al bordo del campo visuale e poi fargli attraversare tutto il campo. Ho letto sul sito su riportato che in effetti ciò è proprio una delle tecniche di osservazione dei pianeti e soprattutto di Marte.
Il telescopio senza motorizzazione è più stabile e fermo, per cui l’ immagine è meno “impastata”.
Non volendo abbiamo applicato questa tecnica. Vi si dice anche che, per Marte, non è raro il caso che piccoli strumenti possano rivelare più dettagli dei grandi.
Caro Angelo la calotta polare che si vedeva solo col C9 era esattamente come la descrivi. Quasi staccata dal resto del pianeta. Mau la definiva come la papalina cioè il berretto che porta il papa.
Un esempio molto “calzante”.
Di seguito cio che ho tratto dal sito UAI sopra riportato:
Dell'Osservazione in Generale

Per quanto sorprendente, il primo apprendistato dell' osservatore planetario consiste nell' imparare a vedere.
Chiunque abbia mostrato a un pubblico laico un' immagine planetaria conosce la perplessita' e la delusione piu' o meno mascherate che essa suscita. Eccezion fatta, s' intende, per gli anelli di Saturno! Solo rispondendo a precise domande l' osservatore casuale ammette di vedere "qualcosa", rivelando comunque una notevole difficolta' a percepire anche i dettagli piu' "appariscenti" di una superfice planetaria.
Tutto questo e' perfettamente normale.
L' occhio si trova in una condizione di lavoro del tutto inusuale di fronte a una immagine piccola e abbagliante su fondo scuro, ed il cervello e' del tutto impreparato ad elaborare i segnali che riceve. Solo il tempo e l' allenamento mettono a punto il sistema di ricezione.
Non solo. Ogni Pianeta ha, sotto questo aspetto, caratteristiche diverse.

Il piu' facile da osservare e' certamente Giove. Relativamente grande, non esegeratamente luminoso, consente un adattamento alla visione abbastanza rapido. Cosi' come Saturno, del resto, per il quale le difficolta' sono piu' oggettive, date dalla piccolezza del disco e dalla modestia, di solito, dei particolari osservabili.
Per Venere il discorso si fa delicato in quanto, anche ponendo in essere tutti gli accorgimenti possibili, le elusive ombreggiature del Pianeta cominciano ad emergere solo dopo un periodo di adattamento non trascurabile.


Dimensioni relative apparenti dei pianeti, a fasi diverse per Venere e Mercurio. Marte è rappresentato in opposizioni afeliche e perieliche; Giove e Saturno alla distanza media all'opposizione.
Marte e' l' oggetto piu' difficile. Piccolo, luminosissimo, rappresenta indubbiamente il caso limite. A prescindere dalle difficolta' oggettive date dalla piccolezza del disco e quindi dal forte ingrandimento che richiede, ingrandimento che amplifica il disturbo della turbolenza atmosferica e che impegna l' osservatore anche sul piano fisico costringendolo a una rigida immobilita' e, non di rado, a trattenere anche il respiro, Marte richiede un periodo di adattamento alla visione particolarmente lungo e impegnativo. Possono essere necessarie anche alcune diecine d' ore di osservazione prima che le macchie comincino a venir fuori. Poi, quasi all' improvviso il dischetto si popola di innumerevoli particolari, premio sicuramente proporzionato all' impegno.
E' interessante notare come la fase di adattamento si ripeta, pur in scala minore, all' inizio di ogni periodo di osservazione, che segue il forzato intervallo di una anno circa, dovuto alla lontananza del Pianeta, e alla sua apparente vicinanza al Sole.

Acquisita la capacita' di vedere, puo' succedere che l' osservatore voglia andare oltre, superando i limiti del combinato occhio-cervello-telescopio.

Non e' raro il caso di osservatori che, muniti di un piccolo telescopio, riescono a "vedere" piu' particolari di altri meglio equipaggiati.
( è il mio caso )
Fermo restando che l' attitudine individuale giuoca un ruolo non trascurabile, il fenomeno trae origine dal difetto di risoluzione del telescopio che si combina con le indebite integrazioni che il cervello induce - a seguito della memorizzazione di tantissime immagini comunque acquisite - in una sorta di aspettativa piu' o meno conscia.
E' appena il caso di osservare che il processo si replica anche se si utilizzano grossi telescopi: cambia solo l' ordine di grandezza.

Per vedere bene e' dunque necessario allenamento e rigido autocontrollo, che pero' non deve sconfinare nell' autocensura.
Si deve registrare solo cio' che si vede con certezza, ma non si deve aver timore di riferire anche le "impressioni", che possono trasformarsi in certezze in sede di analisi e confronto.
Vi sono delle tecniche per migliorare la percezione di particolari prossimi ai limiti di risoluzione.
Alcuni suggeriscono di alternare alla visione "continua" quella del "colpo d' occhio", che consiste nel chiudere l' occhio per alcuni istanti e riaprirlo guardando l' oggetto per una frazione di secondo. Altri hanno rilevato che imprimendo un colpetto al telescopio si puo' sfruttare la tipica attitudine dell' occhio a percepire gli oggetti in movimento.

Probabilmente la tecnica che ha un maggior fondamento consiste nel lasciar scorrere l' immagine nel campo dell' oculare, disinserendo il movimento di inseguimento: oltre al vantaggio di cui si e' detto, puo' esservi quello di eliminare eventuali micro-vibrazioni dello strumento che possono "impastare" l' immagine, specialmente a forti ingrandimenti.
( noi l' abbiamo applicata per forza maggiore, pile scariche)
In ogni caso questi o altri espedienti dovrebbero essere praticati con parsimonia, ricordando che l' osservazione non e' una prestazione sportiva, e che l' accurata rilevazione di quanto e' visibile con evidenza e' gia' un compito impegnativo e remunerativo. Un ovale chiaro su Saturno, una tempesta di polvere su Marte o l' eruzione in una banda di Giove sono eventi che un osservatore esperto coglie con relativa facilita`: quasi mai la visione "passiva" e' fonte di errore; quella esasperata va sempre trattata con grande prudenza.

Ciao!

- E' doveroso per i credenti, a qualunque religione appartengano, proclamare che mai potremo essere felici gli uni contro gli altri; mai il futuro dell'umanita' potra' essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra.
Giovanni Paolo II -

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: Serafino 
Data:   06-23-03 08:37

cari amici ed osservatori marziani,
che dire, cosa aggiungere in + a cosa già avete scritto voi?
non sono un esperto, anzi tendo a considerarmi molto neofita su tutto;
l'unica cosa che posso fare è confermare quanto da voi già elucubrato.
in buona sostanza, avendo osservato anch'io il sanguigno pianeta nel week-end posso riferirvi quanto segue:
- seeing indecente sia sabato che domenica mattina; immagini veramente orribili;
- il pianeta è basso sull'orizzonte, ma si alzerà di poco nei prossimi due mesi; non aspettiamoci grandi miglioramenti :-(
- marte, x quel che ho potuto constatare sinora, è un pianeta ben diverso da giove come dispensatore di dettagli. la sua osservazione si presenta molto + difficile ed impegnativa;
- è, inoltre, molto luminoso e i dettagli, probabilmente, risultano affogare nella sua stessa luce. spesso, nelle mie osservazioni utilizzo un filtro blu che ne attenua il bagliore.
come già segnalato da alfonso vi invito a leggere il sito dell'UAI sezione pianeti: è una miniera di info sull'osservazione planetaria!! ;-)
a breve metterò on-line i miei reportini osservativi del week-end se vi interessano.
cordialmente

serafino

In fondo, è meglio viaggiare pieni di speranza, che essere già arrivati-S. Hawking
http://info.supereva.it/serafix3/Index.html?p

Invia modifica (06-23-03 08:38)

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: Maurizio (---.cust-adsl.tiscali.it)
Data:   06-23-03 08:53

concordo con srafino a volte gli strumenti di grossa apertura su oggetti molto luminosi se non si diaframmano o si usano filtri colorati perdono i tenui dettagli nel bel mezzo della loro luminosità tanto è vero che io sul mio 200 in parallelo ho un mak 90 da 1250 di focale e nelle osservazioni li uso entrambi e dettagli dell'uno mancano sicuramente nell'altro e a volte risulta migliore l'osservazione sul 90 che è un f13 che non sul 200 che è un f4.

un saluto maurizio

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 Re: Notte fra il 21/22 giugno
Autore: SergioVI (---.98-62.inwind.it)
Data:   06-23-03 12:47

Ciao ragazzi!
Ho letto con notevole interesse tutti i topic, posso aggiungere che con il mio mak 127 mi sono lanciato, per la prima volta in vita mia, ad osservare Marte nella nottata tra sabato e domenica, erano circa le 2.30 ora legale. La visione che ho ottenuto è stata molto simile a quella descritta da Angelo...la calotta polare era ben evidente (anche se m'appariva nella parte superiore del disco di Marte, un profano non direbbe mai che si tratta della calotta meridionale...), e un pò sotto si notava, con una buona dose di pazienza, una vaga e confusa sagoma grigiastra, con qualche sfilacciatura estemporanea che pareva una gambetta del ragnetto da voi descritto. Anche a Vicenza sabato notte il seeing era orribile, l'immagine friggeva già a 150x, per cui dopo 20 minuti ho riposto tutto in casa, anche perchè la palpebra "me calava" sull'oculare per la stanchezza. Già...quando ero rincasato, attorno alle due, ero fermamente convinto di andare a letto diretto, ma appena ho visto Marte sopra la casa dei vicini il sonno è miracolosamente scomparso e non ho resistito alla tentazione di dargli una sbirciata, ottenendo queste impressioni sommarie. Quanto affermato da Alfonso nel suo lunghissimo intervento è comunque vero, almeno per il sottoscritto, sprovvisto di motorizzazione: lasciar scorrere l'immagine nell'oculare è forse il miglior metodo per cogliere sfuggenti dettagli superficiali. La forma grigiasta e l'esatta definizione dell'estensione della calotta le coglievo con l'immagine in movimento, mentre quando ho provato ad osservare il pianeta lasciandolo fermo in un punto la zona scura scompariva e la calotta quasi si confondeva con la luminosità della restante superficie planetaria.
Salutoni!

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