Autore: Mauro74
Data: 07-07-03 13:36
Ragazzi, vi posto un report di una serata ossevativa. So che è lungo, non me ne abbiate a male. Appena vi stancate mollate la lettura... Vi capirò
Sabato sera son finalmente riuscito a coronare un piccolo sogno. Son riuscito ad effettuare una serata osservativa in quello che credo essere uno dei siti più alti e bui della mia zona (Torino), almeno tra quelli agilmente raggiungibili in auto e senza inquinamento luminoso.
Il colle del Nivolet!
Sulla carta il luogo promette bene: 2600 mt di quota, lontano da grandi città.
Ci mettiamo in viaggio, io e la mia compagna, verso le 20. Un pò tardino in effetti, ma il viaggio non prevedo possa durare più di 2 ore. Son meno di 100 km, e per un bel tratto conosco la strada, e so che è scorrevole.
Tutto procede regolarmente,e alla partenza, in maglietta e pantaloncini, ci lasciamo una temperatura di 27 gradi che so rimpiengeremo una volta giunti a destinazione!
Il viaggio è gradevole, e ci scontriamo con gli effetti della patente a punti. Incredibile: statali enormi, rettilinee e poco trafficate, ingorgate a tratti da brevi colonne di automobili che procedono a 50 km/h! Siam davvero il popolo degli estremi opposti...
Comunque arriviamo in vista delle montagne. Gli ultimi raggi del sole al tramonto ci salutano mentre entriamo nelle fresche valli, e l’aria diviene più frizzante man mano che saliamo. La strada è alquanto strana. Intervalla lunghi tratti da far invidia ad una tangenziale a tortuosi passaggi tra i vicoli dei villaggi montani che attraversa. Poi inizia la salita. Una piccola stradina, in ottime condizioni, strisciando si inerpica sulla montagna. I tornanti si susseguono, e splendide visioni di dighe, laghi e vallate si affacciono ad ogni colle attraversato. Salendo scompare anche la compagnie delle conifere, le ultime piante che stoicamente resistevano all’altezza. Adesso il paesaggio è quasi lunare. La luce crepuscolare non consente più di distinguere i colori delle verdi vallate, e tutto si tinge di aurea mistica. Spiccano solo i grandi ghiacciai perenni, mentre riflettono la luce di una brillante luna quasi al primo quarto. La salita continua, e l’aria rarefatta comincia a mostrare i suoi effetti anche sull’efficienza energetica della nostra vettura che, complici le salite repentine ed i tornanti, mostra una certa riottosità nel proseguire l’arrampicata.
Alle 22 c.ca eccoci arrivati. Bellissimo. Si tratta di un vasto pianoro, sede di splendidi laghetti d’alta quota, che ancora si alimentano dal continuo sciogliersi diurno dei nevai.
Sorpassiamo il rifugio alla ricerca di un area in cui montare l’attrezzatura. La ancestrale preoccupazione di dover affrontare la notte da soli in un posto isolato svanisce quando vediamo un campeggio decisamente abitato all’inizio del colle.
Ma non è finita. Proseguendo lungo la stradina che attraversa la valle svoltiamo lungo una curva e... frena!!! Per poco non investiamo un astrofilo!
La stradina piena zeppa di strumenti montati lungo la banchina! Wow. Altro che paura di esser soli. Davvero il problema sembra esser trovare un posto dove disporre il proprio strumento, tant’è l’assembramento di auto e cavalletti.
E qui arriviamo ad un punto dolente. Se prima pensavo ingenuamente agli astrofili come ad una nicchia di persone illuminate, mi son dovuto render conto che, come in tutte le famiglie, le persone restan quelle che sono indipendentemente dagli hobby che praticano.
Accosto lentamente con la vettura a fianco di un signore immerso nella sua strumentazione, abbasso il finestrino ed esordisco con un cordiale sorrisone a 32 denti:
“Buonasera! Posso farle una domanda?”
Risposta, con fare seccato:
“Guarda che mi stai dando fastidio con le tue luci!”
GASP!!! Premetto che:
-Eran le 22.00, per cui il cielo era tutt’altro che buio, con la luna ancora alta nel cielo.
-Nessuno stava (ovviamente) ancora osservando.
-Comunque per spostarsi con l’auto, visto il crepuscolo e la stradina di montagna invasa dalla gente, era irrinunciabile l’utilizzo dei fari.
-Non stava scritto da nessuna parte che era in corso uno Star Party o che ci fosse l’obbligo dei fari spenti (e ci mancherebbe...).
-La strada sulla quale eran sistemati gli strumenti era la provinciale, non un’area privata.
Sono il primo a sentirmi infastidito dalle fonti di luce durante le osservazioni; capisco il fastidio. Essendo astrofilo e di buon carattere, nonostante il ribollio nel sangue, mi son mantenuto calmo ed ho mantenuto la conversazione su livelli civili. Posso però aggiungere che questi comportamenti son sicuramente una pessima pubblicità per tutta la categoria. Un’occasionale passante non consapevole delle problematiche legate delle osservazioni, di fronte ad una risposta così piccata non avrebbe esitato nel esprimere commenti “pesanti”. Partendo da questi presupposti le situazioni spesso degenerano rapidamente... Una considerazione mi viene quindi ovvia: attenzione al fanatismo, potrebbe esser controproducente.
Comunque sorpassato l’incidente ci allontaniamo il più possibile dal “simpaticone” e troviamo un area libera. Quì in pochi minuti stazioniamo lo strumento e, dopo una rapida occhiata al nostro rugoso satellite, ci dedichiamo ai mitici panini preparati nel pomeriggio in attesa della notte astronomica. Attorno è tutto un brulicare di motorini, macchine da ripresa, portatili e via dicendo. Si direbbe dalla strumentazione che l’80% dei presenti si prepari ad effettuare foto a lunga posa. E’ un brulicare di rifrattori APO immersi a strumenti più “convenzionali”. Stranamente son del tutto assenti i “grossi tubi” ed i Dobson. Scopriamo che la maggior parte dei presenti son giunti sin li da Milano. Accipicchia, penso tra me, se c’è gente disposta a viaggiare più di 3 ore per giungere sin quì dev’esser davero spettacolare questo cielo... Scopriamo inoltre che tutto questo assembramento di astrofili è la norma in tutti i fine settimana. Altro che passione di nicchia. Sta a vedere che tra poco non ci sarà più posto .
Per inganare l’attesa del buio completo, decido di dedicarmi al puntamento di qualche stella doppia. Colgo l’occasione per insegnare alla mia compagna il puntamento del telescopio su soggetti facili e luminosi. Le faccio cercare e puntare Mizar, sempre splendida per i colori delle sue due componenti, quindi la polare, ma non riusciamo a sdoppiarla (non mi ci sono impegnato molto, ma mi è sembrata difficile... Quanto è stretta??). Andiamo quindi sul difficile, mentre timidamente la via lattea inizia ad affacciarsi nel firmamento sempre più brillante e scintillante di stelle, puntiamo epsilon Lirae. E quasi allo Zenit, per cui col lungo tubo del rifrattore puntare è un operazione da contorsionisti. Per non parlare poi dell’ osservazione. Il diagonale si trova a c.ca 50 cm da terra. Dobbiamo assumere una posizione da penitenti per guardare, inginocchiati in adorazione ). I vicini ci deridono indicandoci la corretta direzione de “La Mecca”. La vista comunque ripaga gli sforzi. A 166x, all’interno del campo offerto da un Ploss da 6mm, si vedono entrambe le coppie di stelle, nettamente separate. Ovviamente la visione non è agevole, qualche ingrandimento in più avrebbe certamente giovato, ma non so se il seeng l’avrebbe permesso. Il vento infatti, per gli oggetti all’orizzonte, faceva sentire il suo malefico influsso con vibrazioni e galleggiamenti dell’immagine gia a 50x. Allo zenit era un pò meglio, ma non da esagerare.
Partiamo quindi col tour oggetti deep sky dall’immancabile Sagittario. Il centro galattico era divenuto fulgido e lattescente. Davvero notevole. Le laguna e moltri altri Messier erano facilmente visibili ad occhio nudo. Peccato aver dimenticato a casa il binocolo (che testa mi ritrovo a volte ), ma il tour procede spedito tra cascate di stelle negli ammassi aperti, nebulose e globulari. Il meglio lo si ottiene con oculari a grande campo: 40mm per 25x e 25 mm per 40x. Solo il globulare nello scorpione richiede il 6mm, ma la turbolenza mi impedisce di risolverlo.
Terminato il giro del centro galattico e dopo aver ritualmente puntato il grande occhio verso M81 ed M82, inquadrate nello stesso campo, mi cimento in qualcosa di più impegnativo nell’orsa maggiore. Parto con la ricerca della galassia M51. Ricerca non troppo impegnativa, anche se nel cercatore non appare nulla di significativo. Dopo un minimo vagare con l’oculare a grande campo l’oggeto viene inquadrato. Per scurire un pò il cielo salgo con gli ingrandimenti, ed ecco apparire due batuffoli di luce vicini, con ben distinto il nucleo centrale. Non scorgo il ponte di materia, ma potrebbe essere anche colpa del disturbo lunare tutt’ora presente. Cambio e vado alla ricerca di M101. Valutando la sua bassa magnitudine mi aspetto qualcosa di notevole. Paragonabile a M81. Invece nulla, l’oggetto mi sfugge per un bel pò sino a quando non intravedo una debolissima ed estesa luminescenza. Possibile ? A meno di non aver completamente sbagliato il bersaglio (ma che altre nebulose circolari possono esser presenti in zona?) la M101 è una delusione totale. La luminescenza è ai limiti del percettibile. Penso di averla colta per puro caso. Tant’è che quando l’ho mostrata alla mia donna lei ha esordito con un “Ma quì non c’è nulla!!”. Solo dopo ha scorto anche lei il debole bagliore. D’accordo, l’apertura del mio strumento (10cm) non è certamente indicata per il deep sky, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Secondo voi come si spiega che nonostante la magnitudine l’oggetto sia così elusivo? Solo con la sua estensione angolare? Anche a voi è sembrata, in relazione ad altri oggetti, molto debole?
Per riprendermi dallo sconforto vado sul sicuro: M31, troppo grossa per essere inquadrata nella sua interezza, e subito dopo il doppio ammasso di perseo. Da brivido!
Intanto il tempo corre, ed è ora di rientrare. Il freddo si fa sempre più intenso, 5 gradi più il venticello! Inoltre i piedi stan perdendo sensibilità! La mia dolce metà si è gia rintanata in auto. Vado sugli ultimi 2 oggetti. M13 in Ercole è impareggiabile, completamente risolto lascia senza fiato. Cerco quindi la Lira, M57. Ma qusta conserva la sua fama di oggetto rognoso. Complice il freddo, la stanchezza è la posizione decido di lasciar perdere e le do appuntamento alla prossima uscita!
Molte ore di strada mi separano da casa. Tornerò la prossima volta più attrezzato contro il freddo e senza l’obbligo di rientro al mattino!
Ciao a tutti e a presto!
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