Autore: Marco Vedovato
Data: 10-05-03 22:33
Ciao,
io mi regolo così. Ho stabilito, un volta per tutte, la focale equivalente minima alla quale devo operare con la WebCam, tramite la nota formula del criterio di Nyquist (il minimo dettaglio risolvibile deve occupare una estensione di almeno tre pixel):
F min =3,438 * D*P (1)
ove F min è la minima focale (in mm), D è il diametro (in mm) dello strumento e P è il lato del singlo pixel (in micron).
Nel mio caso D=150 e P=5,6 micrometri (usando la Toucam Pro ma anche per la Vesta è lo stesso); la (1) porge F min = 2888 mm. Con la Barlow 2X e la prolunga della piastra portafiltri arrivo a circa Feq=4500 mm che ritengo sufficienti (=0,26 arcsec/pixel). Vorrei ora provare ad arrivare a 6000 mm con la proiezione di oculare. Per errore una sera sono arrivato a quasi 9 metri, notando in sede di elaborazione come il. canale blu se andasse per le fresche frasche. Direi che non vale assolutamente la pena cercare focali esasperate come fanno alcuni (Feq/D anche di 60).
Per le regolazioni prima della ripresa devo fare i conti con due problemi
1) il colore dell’oggetto: varia a seconda di come inclino il monitor del portatile. Ciò rende difficile questo controllo. Anche in sede di elaborazione, quando cerco (se proprio lo ritengo necessario) di aggiustare i livelli dei canali (“colors adjust” di Iris), quando tutto sembra OK invece giro un po’ il monitor e tutto mi appare di colore scialbo!! Comunque non mi piacciono i colori troppo accesi. Forse un giorno cambiando il portatile risolverò il problema. Al momento non “tengo dinero” per questa operazione.
2) Solo due giga di spazio sull’HD. Ciò impone dei limiti stringenti. Riprendo a 5 fps per salvare spazio. Per la verità avevo fatto delle prove monocromatiche a 5 e 10 fps, in condizioni di seeing mediocre, e non ho riscontrato grossissime differenze nel risultato finale per cui per ora proseguo su questa strada (di necessità virtù).
L’unico parametro ulteriore che regolo è il guadagno (tenendo comunque l’otturatore ad una velocità di 1/25 di secondo). Non l’ho mai usato per controllare il colore, come mi hai invece scritto, ma solo per controllare gli ADU che tengo al massimo sui 120 (anche io uso K3CCD) poiché se vado oltre saturo il disco del pianeta che mi diventa tutto bianco. Questo ritengo sia dovuto alla focale abbastanza contenuta che utilizzo (chi è più esperto mi corregga se sbaglio). Insomma tengo il disco del pianeta un po’ sottoesposto a monitor. Per le riprese faccio 120 secondi per la RGB e idem per il canale R/IR con il filtro Schott 695.
Una cosa mi lascia perplesso. Io ho un rifrattore apocromatico Zen (che lui produce, o produceva, col nome di “superacromatico”) che utilizza un tripletto di lenti spaziate in aria (D150 f/10). Quando riprendo nel R/IR faccio una fatica terribile a focheggiare; molto più facile è invece focheggiare con l’Ir-cut. Inoltre le riprese R/IR non mi mostrano alcunché di più di quanto ripreso nell’RGB, anzi preferisco queste ultime. Il livello di dettagli che nell’IR altri osservatori ottengono, è nettamente migliore rispetto all’RGB. Chiedo Maurizio Forghieri: è possibile che un tripletto come il mio disperda moltissimo i fuochi di rosso estremo ed infrarosso ossia che la correzione delle lenti per tali lunghezze d’onda vada a farsi benedire, spiegando così quanto noto?
Alla prossima
marco
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