Autore: Cristiano Orlando
Data: 01-29-04 01:09
Sono davvero tanti gli argomenti che avete tirato in ballo, tanti e complessi, a cui certo non io posso dare soluzione e dire cosa è l'uomo,il tempo, la Creazione,lo spazio e Dio.
Come Giampaolo, io ho avuto una educazione Cristiana, cattolica, ho frequenato per 13 anni una scuola cattolica e non ho mai avuto le risposte che cercavo. E' curioso notare come quado si parla di concetti così elevati le citazioni e i richiami, vanno ai padri della teologia o della filosofia. S. Agostino, Platone,Epicuro, Aristotele... ma i moderni sembrano essere lontani da noi, astratti o al contrario troppo sociali. Eppure sono autori come Fichte, Hegel che hanno parlato di infinito e finito. Sarà Nietzche ad uccidere Dio, Marx a politicizzarlo e Wittgenstein a dirci che è superstizione, ma che bisogna tacere su esso. Saranno queste menti a dirci del mondo e a lasciarci senza una risposta, dell'Universo e a lasciarci senza risposta.
La nostra finitudine è la nostra impossibilità a capire l'infinito. Ed ecco il nascere della fede. La fede non è quel qualcosa che si può dimostrare, non è una argomentazione, né una illazione, è l'essere convinti che esistano delle leggi di Natura. La Natura può essere il nostro Dio, lo spazio può essere il nostro Dio. Le leggi di Natura, sono l'universo, conoscerle è prendere atto, come dice Wittgenstein, del fatto che ci sono, il motivo per cui ci sono è quello che chiamiamo Dio. Dio non è inconoscibile, ma lo è se non conosciamo le leggi di Natura. Dio non lo si capisce se ci si chiede come respiriamo, come si crea la materia, il come del mondo, lo si capisce se ci si chiede il perché. Il tempo è quel che ci è dato perché si comprenda perché ci è chiesto di comprendere. Chi ci dice che dobbaimo comprendere? La nostra natura, poniamoci di fronte al fenomeno e qualcuno si chiederà come e una volta capito si chiederà perché. E' l'unica strada? Non lo so, ma è la nostra. Dio non è un uomo barbuto che siede su una nuvola e neppure un essere astratto che crea dal nulla,Dio non fa;è.Non è una idea Dio e lo sappiamo perché esiste quello che esiste. E' la manifestazione di un pensato, di qualunque pensato si tratti. Chi potrebbe difatti dire che la stella funziona in un certo modo per caso, o che una altra stella non funziona così, se così fosse allora Dio sarebbe morto davvero ( anche se Nietzche intendeva tutt'altro), ma se esiste una legge di natura e noi vediamo il suo effetto, vuol di conseguenza dire che è un fenomeno. Questo è hegel, con la sua fenomenologia dello Spirito. Escludiamo lo spirito, esiste il fenomeno, ma il fenomeno non è che l'attuazione di qualcosa, chi parlerebbe di me come di un essere, io sono un fenomeno, perché se fossi un essere sarei unico, invece la mia unicità è impossibile e il mio comportarmi diversamente da Antonio, implica ancor di più il mio essere fenomeno, ossia moto di qualcosa ad essere e pertanto fenomeno, in quanto non ancora essere.
Nel suo Tractatus, Wittgenstein dice:"Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi non sono ancora neppur toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta". Wittgenstein, pur se per altro motivo, ci introduce meglio degli altri alla filosofia, l'analisi della assenza di risposta ci porta alla concezione della risposta. Cosa diremmo infatti se divenendo l'essere, ci accorgessimo che in realtà noi siamo un non essente? Un po' come se il noi dei nostri sogni ragionasse autonomamente, non si vedrebbe egli camminare per terra, toccare un altro e vivere in un tempo, magari bizzarro e poi comprendesse di non essere? Potremmo essere questo.
La fede delle chiese l'hanno uccisa i filosofi e la scienza, ma ne per meglio dire la hanno evoluta. Il tempo potrebbe non essere che questo l'ipotesi offerta per capire perché un fenomeno tende all'essere, in modo da divenire essere, qualunque essere esso sia, passando per le identificazioni ancora lontanissime dell'essere e del fenomeno. L'Universo è logicamente tempo, lo spazio non può non essere legato al tempo anche in filosofia. La sua misurazione varia ed è relativa, ma uno non può mutare senza l'altro e senza seguire le leggi di Natura. Per questo molti fisici sono stati filosofi nel passato.
Spero di non avervi annoiato, con le mie ipotesi.
Ciao a tutti
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