Autore: URANIA (194.243.137.---)
Data: 07-14-04 16:09
Caro Enrico,
La tua richiesta, pur sostenuta da una valida considerazione, al momento non può essere pienamente esaudita.
Il "Salotto di Urania" è infatti una rubrica la cui finalità è quella di discutere di Scienza, di Filosofia e talvolta anche di Teologia, ma sempre tenendo ben presente che questo Forum è dedicato all'Astronomia.
A mio vedere ritengo alquanto ostico per molti di noi discutere sul concetto Kantiano di "Noumeno" o sull'idealismo tedesco post kantiano, per non parlare dei mei preferiti autori: Aristotele, Platone, Agostino e Tommaso.
Ve ne sono anche altri di cui sono un affezionato studioso, ma essi sono per così dire confinati nell'alveo degli autori medioevali del quale periodo storico ne sono un fervente appassionato al pari dell'Astronomia.
In realtà, amico mio, non credo che oggi vi siano i presupposti per poter dare vita ad una rubrica finalizzata al rapporto tra l' Astronomia e la Filosofia.
Bisofna che prima nasca il desiderio da parte di tutti noi, frutto di una ricerca interiore che emerge solo attraverso una costante lettura di autori del pensiero filosofico e scientifico.
Deve sogere ed affinarsi la sensibilità che ognuno di noi possiede verso la Conoscenza, il Sapere e soprattutto iniziare o rafforzare in noi stessi il ragionamento verso le cose che ci circondono e saper dare loro il giusto valore.
A volte ciò che ci appare scontato di fatto non lo è, ma è solo un condizionamento mentale come asserisce Kant nella sua Critica della Ragione Pura".
Ognuno di noi deve trovare la sua giusta dimensione, ovvero saper individuare il giusto rapporto mentale che intercorre tra il nostro intimo pensiero e la natura che, nel nostro caso è il Firmamento.
Il telescopio è solo un mezzo che mi consente di connettermi, di esplorare, di scrutare l'Universo sopra di me con quello che vive dentro me.
A prima vista il mio potrebbe apparire un atteggiamento kantiano: "Sopra di me il cielo stellato, dentro me la ratio".
Non è così o almeno lo è solo in parte in quanto condivido la mia ratio con l'anima la quale, oltre ad essere una eterea essenza, racchiude il "core" del mio essere, ovvero la Fede la quale mi indica il cammino interiore e speculativo nel quale sono impegnato.
La Fede è come un castello che domina una vallata, ovvero l'intero nostro essere, mentre la ragione ci indica il sentiero per giungere ad essa e quando siamo giunti al nostro traguardo allora possiamo finalmente conoscere meglio noi stessi e quindi apprezzare e valutare al meglio ciò che ci circonda : così come in basso, così come in alto!"
Il mio intento è quello di costruire insieme a tutti voi un valido lavoro culturale senza però distruggere ciò che ognuno di noi già possiede, ma rafforzarlo attraverso questa costruzione collettiva che apre la strada della Conoscenza e quindi del Sapere.
Scriveva Agostino d'Ippona:" La filosofia non è oziosa riflessione accademica, bensì un vivente impegno che deve servire a rispondere alle domande dell'uomo concreto, non ad astratte curiosità".
Esse, Nosse, Velle (Esistere, Conoscere, Volere), sono infatti le tre certezze che concernano il superamento del dubbio che ognuno di noi ha soprattutto quando siamo innanzi a Dio o all'Universo.
Anchio, che mi professo uomo di fede ho più dubbi di un kantiano, di un nichilista o di un ateo.
Per il credente ogni giorno si pone la "demoniaca" sfida del dubbio, della perplessità, dell'esistenza o meno del Creato e del suo Creatore.
Le tentazioni, se così posso esprimermi, non sono solo quelle visibili, al contrario, esse dimorano in ognuno di noi cercando di scavare un profondo solco tra noi e la nostra anima, tra noi e la nostra fede.
Nel "contra Academicas" Agostino afferma che se anche dovessimo dubitare di tutte le verità che si riferiscono al mondo eterno, non potremmo dubitare del fatto che esistiamo e che quindi siamo coscienti di noi stessi in quanto siamo in grado di pensare.
A tal proposto mi collego alla mistica medioevale sottoponendovi una riflessione semplice ma allo stesso tempo molto profonda:
"Il Sole c'è, la sua luce c'è ed illumina tutti noi. basta aprire gli occhi per vederla, basta riconoscere l'evidenza di ciò che la lucerna mundi ci offre allo sguardo.
Se poi ostinatamente decidessimo di non aprire gli occhi è solo colpa nostra non della nostra anima.
Un caro saluto
Antonio
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