Autore: astrofilo
Data: 12-12-05 09:36
Concordo con quanto dice Antonio.
Le varie ditte tendono ad avere un proprio riduttore di focale in quanto lo schema ottico, pur portando al medesimo risultato, è sempre leggermente diverso. Ne consegue che una lente posta in un fascio per la quale non è stata progettata e, soprattutto, a una distanza diversa rispetto al progetto originale, non funzionerà al meglio.
Ciò non toglie che possano ugualmente funzionare, sia beninteso.
Con l'accoppiata della medesima marca hai la certezza di un lavoro progettato per massimizzare il risultato con quel tele. Usando marche diverse "può darsi" che tu ottenga lo stesso risultato.
Per quanto riguarda il discorso Meade/Celestron il progetto ottico e meccanico è molto simile per cui anche i riduttori sono di conseguenza simili. Le eventuali piccole differenze di resa sono assorbite dalla non eccelsa qualità degli strumenti. Infatti si accetta la vignettatura, il coma e altre aberrazioni che su altri strumenti, pur con riduttore di focale, non sarebbero minimamente tollerate!
Per quanto riguarda il tuo caso specifico (uso di una digitale a sensore ridotto), penso che il campo resti sufficientemente piano nei limiti della distanza dall'asse ottico prevista da questi sensori ma non ti posso dare risposte definitive in quanto non l'ho provato.
L'unica certezza che ho è di un mio amico che ha un AP 130 F:8 con riduttore Vixen con il quale ha lavorato su pellicola per anni. Ora ha la digitale ed ha comprato il riduttore AP (ciò che viene tollerato su pellicola con definizione non migliore di 30 micron non va bene per le digitali con pixel da 7 micron).
Cieli sereni
Renzo
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