Autore: URANIA
Data: 01-13-06 09:38
Carissimi,
Come molti di voi sanno questo agomento è stato trattato molte volte nel "Salotto di Urania" che, come mi auguro, riprenderà molto presto.
E' indubbio che l'astrofilo di oggi sia diverso rispetto all'astrofilo di ieri o di ieri l'altro e non solo per la disponibilità a buon mercato delle nuove tecnologie di cui oggi si avvale.
E' mutata anche la mentalità, la cultura e gli interessi nel praticare l'astronomia amatoriale.
Come ha scritto Ugo nel precedente post l'astrofilo degli anni '50 non possedeva molti strumenti o apparecchiature che gli consentissero di poter svolgere i lavori e le ricerche che oggi sono invece alla portata di tutti.
Chi possedeva un piccolo rifrattore, per lo più autocostruito, era già un passo avanti rispetto ad altri amici astrofili i quali dovevano accontentarsi di osservare il cielo con il telescopio di un'altro astrofilo, oppure messo a disposizione dalla locale associazione astrofili.
Sovente, in alcune città come, ad esempio, Milano e Roma ci sia riuniva al Planetario per poi incontrarci tutti all'esterno per discutere di astronomia e naturalmente di strumentazione.
A quel tempo, parlo della fine degli anni'60, erano da poco apparsi in commercio i primi telescopi giapponesi della ditta Stein.
Era uno spettacolo solo a vederli: rammento che li vendeva a Roma l'ottica Salmoiraghi che a quel tempo si trovava in Via Nazionale.
Quante volte, dopo il Planetario, mi sono "incollato" alle vetrine di questo negozio per osservare e desiderare questi "gioielli" esposti nelle loro cassette di legno d'acero foderate all'interno con un vellutino verde prato!
Non immaginate la gioia che ho provato quando sono riuscito ad acquistare il mio primo telescopio: un rifrattore da 60 mm della Stein con tanto di cassetta in legno!
Ricordo che la mia prima osservazione è stata la Luna, Giove, Saturno e la galassia di Andromeda, visto che avevo acquistato lo strumento nel mese di settembre.
Oggi sono solo dei ricordi personali molto belli ma posso confermarvi che mi hanno insegnato a dare valore alle cose in quanto tutto era frutto di grande sacrificio sia in termini economici e sia di tempo.
Ad esempio, i telescopi giapponesi di quel tempo erano dotati solo di un piccolo motorino in A.R; mentre,la declinazione, funzionava a mano tramite un lungo o corto flessibile a seconda del tipo di strumento.
A quel tempo, parlo di 35 anni fà, le persone appassionate del cielo desideravano soprattutto osservare il cielo con i loro telescopi e successivamente si dedicavano alla fotografia astronomica anche perchè si dovrà attendere l'avvento delle reflex affinchè l'astrofotografia prendesse piede nel campo dell'astronomia amatoriale.
Comunque dietro tutto questo fermento culturale,osservativo e fotografico da parte degli astrofili italiani, c'era un'adeguata preparazione di base di geografia astronomica, di conoscenza delle costellazioni frutto di lunghe serate osservative.
Solo quando le fondamenta dell'astronomia erano ben cementate si passava alla fotografia e quindi alla partecipazione di programmi osservativi scientifici nel campo dello studio delle variabili, dei pianeti, del Sole, dei pianetini, delle comete e del profondo cielo.
Questo, in grandi linee, avviene anche oggi ma, a mio vedere, in misura diversa e con un diverso approccio mentale, ma ne riparleremo più approfonditamente in uno dei prossimi "Salotti di Urania".
un caro saluto
antonio
Invia modifica (01-13-06 10:00)
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