Autore: Claudio (---.24-151.libero.it)
Data: 03-28-01 22:28
Salve,
sono vicepresidente di un’Associazione di astrofili in Ciampino (Roma), nonché scrittore di fantascienza e pittore.
Vorrei aggiungere la mia condivisione del problema insito nell’argomento fondamentale di questo forum. Infatti, nonostante l’innalzamento del livello medio d’istruzione, pare che la disinformazione scientifica imperversi nella collettività in misura analoga al galoppante progresso scientifico e tecnologico. Sembra un paradosso, ma ho avuto modo di riscontrarlo personalmente. Nella la mia Associazione non si riesce più a raccogliere sufficienti iscrizioni ai corsi di astronomia e le nostre manifestazioni pubbliche sono sempre meno frequentate.
Persino le statistiche scolastiche confermano un netto calo di preferenze per le dottrine scientifiche a favore di quelle umanistiche. Ufficialmente, sono le basse opportunità di lavoro che le prime offrirebbero a cagionare la principale motivazione di tali orientamenti, ma credo che il reale motivo sia imputabile ad una società che non permette più di dedicare abbastanza tempo all’arricchimento culturale. “Lasciamo che delle questioni scientifiche se ne occupino i cervelloni”, si sente dire spesso dai ragazzi. Gli svaghi della vita quotidiana sono diventati così culturalmente impigrenti che ormai è difficile invertire la tendenza. Tuttavia, per quanto concerne il calo d’interesse verso l’astronomia, esiste una causa che non è soggetta a scelte oggettive così ovvie. Fra i teen-ager è raro trovarne qualcuno che sappia riconoscere più di una costellazione nel firmamento, mentre quasi tutti conoscono perfettamente le caratteristiche pseudo-caratteriali dei segni zodiacali. Eppure, fino a tempi non lontani, la passione per questa scienza aveva origine in tenera età. Oggi, nelle affollatissime città, dove l’inquinamento luminoso ha generato una cappa impenetrabile, le nuove generazioni non possono neppure presumere la bellezza dello spettacolo che ci sovrasta; e pensare che da esso sono conseguite le domande esistenziali che hanno spinto l’uomo verso la ricerca filosofica e scientifica.
Recentemente, ho letto un articolo che ricordava il black out californiano del novembre 1994 provocato da un terremoto. In quell’episodio la stragrande maggioranza della popolazione restò stupita dallo spettacolo celeste che poterono osservare per la prima volta. Quella contingenza mise a nudo la gravosa entità del problema “inquinamento luminoso”, ma, per rispondendo all'appello di Paolo Colonna, ritengo che non basti condividere il problema, bensì occorra combattere la disinformazione con ogni mezzo a disposizione e, per tale uopo, avrei una proposta da suggerire.
Da poco tempo scrivo articoli sulle scoperte dell’astronomia per quotidiani, periodici locali e telematici (www.sedicinews.it) ed ho riscontrato che il pubblico mostra un notevole interessamento alla materia. Evito di collaborare con riviste e siti specializzati perché questi sono già frequentati di persone che non hanno bisogno di essere sensibilizzare. Il mio intento è di riuscire a suscitare interesse in chi non ne ha, cercando di farlo in modo semplice ma dettagliato. Questa potrebbe essere un’iniziativa che alla lunga potrebbe rubare spazio alle rubriche di astrologia che, purtroppo, sono immancabilmente presenti anche nei quotidiani che si prefiggerebbero di fare informazione seria. Invito quindi chi avesse a cuore il problema e si sentisse in grado di farlo, di prendere accordi in tal senso con i direttori dei periodici locali che sono quasi sempre ben disposti a concedere un piccolo spazio se questo può accrescere d’immagine le loro testate.
Claudio Del Duca
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